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Donne protagoniste: lavoro, parità, dignità, rispetto

Ogni donna ha una sua identità, una sua storia da narrare, un talento, un suo valore. Troppo talento
femminile ancora è nascosto, messo da parte, svilito o addirittura mortificato nei luoghi di lavoro e più
in generale nella società.
I dati sulla disoccupazione femminile, sulle differenze salariali, sui mancati percorsi di carriera, sulle
dimissioni alla nascita di un figlio, sui part time obbligati, con conseguente ghettizzazione, o di
converso dei part time negati, sulla mancata conciliazione dei tempi di vita e lavoro, sulle
discriminazioni, sulle molestie e ricatti subiti dalle donne in ambiente lavorativo ci evidenziano che il
percorso verso la parità e la piena valorizzazione delle donne è ancora lungo.
Anche nelle Marche i numeri parlano chiaro: 7.100 sono gli euro di differenza nelle retribuzioni lorde
annue tra donne e uomini nel 2016 nelle Marche; 801 sono le lavoratrici dipendenti che nel 2016
hanno lasciato il lavoro alla nascita di un figlio, andando a convalidare le dimissioni alla DTL; 36.000
sono le donne in cerca di occupazione nel 2015 nelle Marche, il doppio rispetto a 10 anni fa.
Numeri che dicono chiaramente che è necessaria un’azione congiunta in ambito legislativo, politico,
economico, contrattuale e soprattutto culturale, nella consapevolezza che non ci sarà vero sviluppo
senza parità e pieno riconoscimento del valore delle donne.
Riconoscere e valorizzare il talento femminile può far compiere il passo in avanti ormai necessario;
oltre alla denuncia e alla rivendicazione di ciò che manca, che purtroppo è ancora molto in termini di
lotta alle discriminazioni e raggiungimento della parità, è fondamentale la valorizzazione di ciò che le
donne sono e che possono e vogliono esprimere: abilità, competenze, protagonismo.
Tutto questo a partire dal linguaggio perché la parola è condizione di realizzazione dell’idea, in
quanto le dà forma linguistica, quindi la parola del valore definisce il pensiero e l’azione del valore
femminile. Mentre oggi troppo spesso dietro la parola si consumano disparità, discriminazione e
anche violenza.
Quella violenza che purtroppo arriva fino all’estremo, fino a spezzare la vita come è accaduto a
Pamela e ad Azka e a tante altre a cui va il nostro pensiero che deve essere impegno all’azione.
Proprio per questo è necessario che le donne “si riprendano l’8 marzo” per condividere l’obiettivo di
farlo tornare ad essere una grande giornata del lavoro, dell’uguaglianza, della dignità e del rispetto
delle donne.
Perché le donne vogliono essere protagoniste. Buon 8 marzo a tutte!

Per la CGIL Marche
Daniela Barbaresi

Per la CISL Marche
Cristiana Ilari

Per la UIL Marche
Claudia Mazzucchelli