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infolampo: democrazia – donne

Serena democrazia
Allarmi sicurezza e allerte meteo non sono bastati. In migliaia al corteo di Roma contro odio e violenza.
Camusso: “È importante cogliere il nesso tra l’antifascimo e il no alla xenofobia per dare una risposta
diversa dalla paura e le guerre tra poveri”
di Alice Frei
Lo ha detto chiaro e forte Carla Nespolo, presidente dell’Anpi, concludendo dal palco di piazza del
Popolo a Roma la manifestazione “Mai più fascismi, mai più razzismi: “Chiediamo lo scioglimento
immediato delle organizzazioni neofasciste per realizzare finalmente la dodicesima disposizione finale
della Costituzione che vieta la riorganizzazione sotto qualsiasi
forma del partito fascista”. “Non temiamo il fascismo, ha
detto ancora la Nespolo, ma l’indifferenza, l’ignoranza:
dobbiamo far leggere libri ai giovani, portarli a visitare i
campi di concentramento: il fascismo è nemico della cultura”.
Nespolo ha poi ricordato che la manifestazione era dedicata
“ai partigiani, torturati, fucilati; agli italiani uccisi durante la
seconda guerra mondiale voluta da Hitler e dal duce, alle
vittime delle stragi fasciste del dopoguerra, alle nostre sorelle
e ai nostri fratelli vittime del razzismo, alle vittime sul lavoro:
per tutti loro siamo qui. Chi non conosce la storia è
condannato a ripeterla e noi non vogliamo che si ripetano
fascismi e nazismi”.
Con una considerazione finale: “Oggi – ha detto ancora la
Nespolo – sta avvenendo una cosa importante: giovani,
anziani, uomini, donne, studenti hanno alzato la propria voce per difendere la democrazia e la
Costituzione nata dalla Resistenza e per chiedere che essa venga messa in pratica. Perché la libertà, come
diceva Piero Calamandrei, è come l’aria: ti accorgi di quanto sia importante quando non ce l’hai.
Antifascismo è aver cura della memoria”.
Una manifestazione riuscita: a Roma in piazza sino ritrovate decine di migliaia di persone. Il corteo ha
attraversato la città da piazza della Repubblica fino a piazza del Popolo. L’iniziativa lo ricordiamo, era
stata indetta dalle 23 organizzazioni promotrici dell’appello “Mai più fascismi” (Acli, Aned, Anpi,
Anppia, Arci, Ars, Articolo 21, Cgil, Cisl, Comitati Dossetti, Coordinamento democrazia costituzionale,
Fiap, Fivl, Istituto Alcide Cervi, L’altra Europa con Tsipras, Libera, Liberi e uguali, Libertà e giustizia,
Pci, Pd, Prc, Uil e Uisp).
“Una manifestazione bella e importante, è un bel segno che tante associazioni l’abbiano promossa” è stato
a caldo il commento del segretario generale della Cgil Susanna Camusso: “È anche importante cogliere il
legame tra il no al fascismo e il no al razzismo per proporre una risposta diversa dalla paura e dalla guerra
Leggi tutto: http://www.radioarticolo1.it/articoli/2018/02/25/8260/serena-democrazia

Una proposta nazionale unitaria
sulla non autosufficienza

Leggi il testo della proposta su
www.marche.cgil.it/spi

www.ingenere.it
Mai più senza
Intervista a Paola Profeta
Tenere al centro del dibattito elettorale la piena partecipazione delle donne all’economia è la proposta
dell’appello “Mai più senza”, lanciato da tre economiste in vista delle elezioni. Ne parliamo con Paola
Profeta, docente dell’Università Bocconi, tra le ideatrici della petizione
di Redazione
La petizione “Mai più senza” che avete lanciato con Alessia Mosca e Paola Subacchi, non è solo un
appello agli amministratori ma include una proposta programmatica. Come è nata l’idea e perché avete
deciso di lanciare questo documento?
Da anni a vario titolo ci interessiamo e studiamo il tema della parità di genere, in particolare sul mercato
del lavoro. Si tratta di un problema di grandi dimensioni in Italia, che è mal posizionata in tutte le
statistiche internazionali. Meno di una donna su due lavora nel nostro Paese, meno di una su tre al Sud,
mentre le raccomandazioni europee sono di avere almeno 3 su 4 occupate entro il 2020. Un fenomeno di
questa dimensione ha attirato anche l’attenzione delle organizzazioni internazionali: il Fondo Monetario
Internazionale già anni fa parlava di circa il 15% di Pil perso in Italia a causa della bassa occupazione
femminile. Eppure questo tema è sempre stato ai margini del dibattito e del processo decisionale nel
nostro Paese. Se ne parla in modo spesso superficiale, le azioni concrete sono poche, le risorse limitate.
L’attenzione si focalizza per lo più sul tema della violenza di genere, senza riuscire ad includere anche il
lavoro, che pure è una parte fondamentale del fenomeno.
In che senso la campagna elettorale può essere un’occasione per rilanciare il tema?
Perché tutti i partiti potrebbero metterlo al centro dei programmi politici, in modo trasversale, e
promuovendo l’attenzione alla parità di genere in modo incisivo, come necessario, perché si tratta di un
tema che riguarda tutti. Abbiamo sentito la responsabilità di sollecitare attraverso una petizione
l’attenzione verso la parità di genere. #Maipiusenza chiede ai candidati a qualunque livello di
amministrazione di aderire a un piano organico per l’inclusione delle donne nella società.
Di che si tratta, nello specifico.
Un piano d’azione di 12 punti, linee guida che affidiamo all’attenzione della politica e di chiunque sarà
eletto alle prossime elezioni. Il piano include misure per favorire la partecipazione delle donne al mercato
del lavoro, in particolare delle madri, e favorire il rientro delle madri al lavoro dopo la nascita dei figli;
misure che promuovano la condivisione dei carichi di cura tra padri e madri attraverso un mese di
congedo di paternità obbligatorio; sgravi fiscali totali rispetto alle spese di cura sia per i figli che per gli
anziani ed i disabili a carico di uno o entrambi i coniugi quando lavorano entrambi; investimenti negli
asili nido e nelle scuole. Sulla base dei nostri studi e della nostra esperienza decennale nel campo, siamo
arrivate a un messaggio semplice e chiaro, che riguarda tutti i cittadini: #MaiPiùSenza una piena
partecipazione delle donne al mercato del lavoro, #MaiPiùSenza la parità salariale, #MaiPiùSenza
un’organizzazione del lavoro di cura basata sulla condivisione tra uomini e donne, #MaiPiùSenza il
talento di tutti, che non possiamo più permetterci di vedere soffocato da stereotipi di genere.
Che tipo di risposta avete ottenuto?
Abbiamo avuto appoggio da alcune associazioni femminili, da persone esperte nel campo, da alcuni
media e anche da alcuni rappresentanti politici, e siamo arrivate a circa 2500 firme. In piena campagna
elettorale, con tutta l’attenzione volta altrove, lo riteniamo un buon risultato. La vera sfida inizierà dopo,
quando vedremo quale sarà lo scenario politico e capiremo quanto spazio hanno le nostre proposte per
essere portate avanti.
Perché le donne dovrebbero firmare questo appello?
Non solo le donne, tutti dovrebbero firmare l’appello. Perché le pari opportunità riguardano tutti, non solo
dal punto di vista dell’equità. I benefici della parità di genere non sono solo per le donne. Le donne sono
ormai più istruite degli uomini, valorizzare il capitale umano femminile sul lavoro conviene. In tempi di
crescita modesta e di risorse scarse, il mancato pieno utilizzo del valore delle donne è uno spreco che il
Paese non può permettersi.
Se dovesse scegliere tre priorità per le donne oggi in Italia?
Incentivi al rientro al lavoro dopo la maternità: rimuovere gli attuali disincentivi e costruire incentivi
corretti. Congedi di paternità per una maggiore simmetria di ruoli tra uomini e donne. Un Ministero delle
Pari Opportunità con portafoglio per attuare politiche per il lavoro femminile.
Leggi tutto: http://www.ingenere.it/articoli/mai-piu-senza-intervista-paola-profeta