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La Corte dei conti europea esamina la strategia dell’UE per combattere la desertificazione

La Corte dei conti europea ha intrapreso un audit sul quadro strategico posto in essere dall’UE per combattere la desertificazione, laddove terre precedentemente fertili divengono sempre più aride e improduttive. L’audit intende appurare se il rischio di desertificazione nell’UE sia affrontato in maniera efficace ed efficiente.

La desertificazione è definita dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione (UNCCD) come “il degrado del suolo in aree aride, semiaride e secche subumide in conseguenza di svariati fattori, tra cui le variazioni climatiche e le attività umane”. La desertificazione non è solo un risultato, ma anche una delle cause, del cambiamento climatico. È anche frutto di pratiche di gestione dei terreni non sostenibili. Amplifica i cambiamenti climatici, poiché un terreno desertificato perde la capacità di stoccaggio del carbonio e, di conseguenza, diminuisce la capacità di assorbimento dei gas a effetto serra.

La desertificazione può comportare un calo della produzione alimentare, infertilità del suolo e una diminuzione della naturale resilienza del terreno e della capacità di stoccaggio del carbonio”, ha dichiarato Phil Wynn Owen, il Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit. “Questi effetti possono, a loro volta, causare povertà, peggiorare i problemi di salute dovuti alla polvere portata dal vento nonché comportare una diminuzione della biodiversità. Ne può conseguire una perdita dei mezzi di sostentamento, a seguito della quale le persone colpite possono essere costrette a migrare”.

L’erosione del suolo, unita alla carenza d’acqua e alle temperature più elevate che aumentano l’evaporazione, aggrava ulteriormente il rischio di desertificazione. La situazione è particolarmente grave in una vasta area della Spagna, nel Sud del Portogallo e dell’Italia, nella Grecia sud-orientale, a Cipro e in alcune regioni della Bulgaria e della Romania che si affacciano sul Mar Nero. La ricerca indica che le aree ad alto rischio di erosione interessano fino al 44 % del territorio della Spagna, il 33 % del Portogallo e quasi il 20 % della Grecia e dell’Italia. A Cipro, stando al programma nazionale per combattere la desertificazione, la situazione del 57 % del territorio è, dal punto di vista di tale rischio, critica.

I finanziamenti UE destinati a progetti per contrastare la desertificazione provengono da varie fonti, come il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), il programma LIFE e i programmi di ricerca dell’UE.

Ad oggi sono tredici gli Stati membri dell’UE che hanno dichiarato all’UNCCD di essere colpiti da desertificazione. Gli auditor della Corte stanno conducendo visite di audit in cinque di essi: Romania, Cipro, Italia, Spagna e Portogallo.

La pubblicazione della relazione di audit è prevista per la fine del 2018. Più tardi nel corso dell’anno è prevista anche la pubblicazione delle risultanze di un audit correlato sulla gestione del rischio di inondazioni nell’UE.

Note agli editori

I tredici Stati membri che hanno dichiarato all’UNCCD di essere a rischio di desertificazione sono la Bulgaria, la Croazia, Cipro, la Grecia, l’Ungheria, l’Italia, la Lettonia, Malta, il Portogallo, la Romania, la Slovacchia, la Slovenia e la Spagna.

 

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