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Infolampo: leggirazziali – neofascismi

Le leggi razziali di ieri e di oggi
La salma del re che firmò i decreti antisemiti torna in Italia proprio mentre viene affossata una norma
civiltà come lo ius soli. Oggi a Montecitorio fiaccolata per manifestare rabbia e delusione, e ribadire che
l’impegno per la cittadinanza non si ferma
di Silvia Garambois
Il reuccio è tornato in Italia. Di nascosto come se n’era andato. E, di nuovo, non poteva farlo in modo
peggiore.
Che c’importa di una storia morta e sepolta, di un re mai amato e molto deriso che in pochi in Italia
ricordano se non per l’ignobile fuga, che alla chetichella –
70 anni dopo la sua morte – con volo militare, viene portato
dalle parti di Cuneo per traslarne le ossa nel nostro Paese?
Detta così, nulla (non fosse per quel trasporto pubblico con
tutti gli onori, che proprio non era il caso di offrirgli, e per
la segretezza inconsulta).
E invece la scelta politica di riportare quelle ossa in Italia
incombe come un macigno: quello era il re che ha firmato
le leggi razziali, che ricompare alle cronache oggi che non
si riesce, e non si riesce, ad avere una legge di minima
civiltà come quella sullo ius soli, per dare cittadinanza ai
tanti bambini e ragazzi non solo nati in questo Paese, che frequentano le scuole di questo Paese, ma che
hanno genitori da anni residenti in Italia.
Insorgono gli ebrei, le cui famiglie – 80 anni fa e per tutto il fascismo – per quelle leggi soffrirono
ingiustizie e segregazioni, se non addirittura mandate allo sterminio; non hanno voce per farlo quel
milione e mezzo e più di figli di migranti, che oggi sono schiacciati senza diritti, in un Paese dove la
xenofobia e la paura “dell’altro” hanno ripreso vigore.
Il re fellone, il re codardo, quello che spalancò le porte al fascismo. Oggi, che le cronache sono piene di
episodi allarmanti di razzismo e violenza squadrista; a pochi giorni dalle intimidazioni di Como, dal
minaccioso blitz contro Repubblica e l’Espresso alle intimidazioni alle sedi della Cgil, in un clima di
rivincita delle formazioni nazifasciste in mezza Europa, la scelta politica – che oggi diventa tutta politica,
non umanitaria – di riesumarne e omaggiarne le spoglie, non rischia addirittura di suonare come
legittimazione alla protervia, alle scorrerie, dei fascisti del Terzo Millennio?
Decisione scellerata.
Scellerato quel telegiornale (Rai Piemonte), che è andato a raccogliere la commozione degli astanti, nel
ricordo della Regina Elena – anche lei di nuova sepoltura -, senza una parola sull’onta all’Italia del suo
consorte.
Il portavoce della famiglia Savoia e il “don” del Santuario di Vicoforte che ha accolto le salme (Vittorio
Emanuele III che arrivava dal cimitero di Alessandria d’Egitto e Elena del Montenegro che era sepolta in
Leggi tutto: http://www.radioarticolo1.it/articoli/2017/12/19/8211/le-leggi-razziali-di-ieri-e-di-oggi
Salta la stretta sui contratti a
termine. Cgil: gravissimo

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www.inchiestaonline.it
Aldo Tortorella: Perché crescono i neofascismi
Diffondiamo da www.patriaindipendente.it del 13 dicembre 2017 .Parla Aldo Tortorella intervistato da
Gianfranco Pagliarulo, Dal rancore sociale il desiderio dell’”uomo forte” e il brodo di coltura del
radicalismo di destra. Una nuova generazione senza avvenire. Il rapporto tra tirannide e arretratezza
italiana. La violenza arma essenziale del fascismo vecchio e nuovo. Il pericolo nero oggi nel mondo
Sembrerebbe che oggi, diversamente da quanto avveniva – per esempio – agli anni Settanta, alcune
formazioni neofasciste godano di un consenso sociale non particolarmente elevato, ma in costante
crescita, tant’è che riescono ad eleggere una rappresentanza in vari Comuni, da Bolzano a Todi, da Lucca
ad Arezzo a tanti altri. E ad Ostia, com’è noto, CasaPound ha ottenuto un significativo risultato elettorale.
C’è il rischio della formazione di una base sociale più o meno estesa a sostegno di queste formazioni
politiche?
Certo. Il pericolo è più che evidente. La crisi economica unitamente alla perdita di competitività con la
moneta unica (cioè con la fine delle ‘svalutazioni competitive’) ha generato molti danni sociali. È stata
persa quasi il 30% della manifattura. Molte piccole e medie aziende sono state spazzate via. Ciò ha
determinato direttamente e indirettamente la rovina di molti, l’impoverimento del ceto medio,
l’aggravamento della disoccupazione già pesante per le nuove tecnologie sostitutive di lavoro umano. Le
forze maggioritarie della sinistra non hanno capito quello che succedeva e hanno riposto tutte le loro
speranze nella linea economica neoliberista gestendola dal governo o non combattendola
dall’opposizione. L’esempio fu Blair in Inghilterra e Clinton negli stati Uniti con i loro imitatori italiani e
di altri paesi. In tutto il mondo sviluppato ciò ha generato zone di comprensibile rancore di quanti erano
(e sono) a disagio o alla disperazione. Un rancore che si è rivolto contro l’establishment moderato (cioè
contro i gruppi politici dirigenti) entro cui la sinistra maggioritaria si era venuta collocando. Logicamente
ci si è rivolti altrove, e soprattutto a chi sembrava esterno al sistema di potere e portatore di una soluzione
altra da quella discreditata. Ha pesantemente influito, in Italia, l’antica campagna antipartitica purtroppo
alimentata da forme di corruzione endemica. L’imprenditore “che dà lavoro” è divenuto una figura di
riferimento, quasi eroica. Il politico che “sa solo chiacchierare” e che in taluni casi viene scoperto a
rubare o ad approfittare del suo ruolo diventa il nemico. Lo stesso metodo democratico fatto di diversità e
di contrasto di opinioni diventa poco comprensibile, poi fastidioso, poi non più tollerato.
Prendono piede le apparenti soluzioni semplici. “Mandiamoli tutti a casa” si trasforma facilmente in
volontà di governo forte e di “uomo forte”. Inoltre prende facile avvio anche la rivalutazione del passato
fascista: facevano le bonifiche delle paludi, facevano le case popolari, eccetera. E si ignora che il
fascismo ha promosso la più grande strage del secolo passato con la guerra mondiale, la morte di milioni
di italiani, la rovina totale del Paese. E ancora adesso siamo un Paese occupato da basi straniere con
relative bombe atomiche. Una propaganda costante non contrastata ha diffuso una idea orribile della
Resistenza esasperando alcuni episodi tacendo sulla barbarie nazista e fascista. Naturalmente, su questa
realtà intervengono settori del capitale che investono in questi gruppi considerati strumenti di riserva da
usare in caso di bisogno e comunque tali da spostare a destra l’asse politico.
Un’organizzazione giovanile neofascista, “Azione studentesca”, ha vinto le elezioni della Consulta
provinciale degli studenti di Firenze (a Firenze!). Il nuovo presidente della Consulta è un rappresentante
di questa organizzazione. Peraltro nel mondo dell’associazionismo in generale le formazioni neofasciste
sono sempre più presenti. Costa sta succedendo fra le giovani generazioni?
Non posso rispondere sul caso di Firenze che non conosco altro che per le sommarie cronache dei
giornali. Mi pare che si debba distinguere sempre tra votanti e votati e anche tra capi e seguaci. Leggo che
l’associazione di destra ha portato avanti rivendicazioni capaci interessare molti. Leggo anche che
farebbero propaganda parlando delle foibe triestine ad opera degli jugoslavi di Tito. Queste furono una
infamia senza possibili giustificazioni. Ma temo che non ci sia nessuno che ha informato quei giovani
delle infamie compiute dai fascisti contro gli sloveni.
Comunque, parlando in generale, le giovani generazioni sono le più penalizzate dalla situazione che ho
richiamato prima. Le cifre della disoccupazione giovanile sono note. Ed è noto che il lavoro precario, mal
pagato, privo di tutele e garanzie prevale tra il giovani. Non c’è avvenire e non c’è speranza. Tra i giovani
può avanzare l’ideologia che dice: il socialismo è fallito, la democrazia è fallita, facciamo piazza pulita,
imbocchiamo una strada nuova tutta nostra. Solo i gruppi dirigenti ideologizzati sanno che la strada nuova
è quella vecchia. Ciò che viene presentato ai giovani su cui si punta per farne dei quadri delle formazioni
neofasciste è un misto di nazionalismo razzista (l’Italia umiliata dalla sinistra succube, le aziende italiane
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