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Intervista al Consigliere Delegato di UBI Banca Victor Massiah

u43170331525954b1g-1224x916corriere-web-sezioni-593x443Dott. Massiah, la crescita del PIL sembra consolidarsi nel corso del 2017. Il comparto manifatturiero, più di altri,
mostra in questi mesi segni di ripresa: si tratta di una industria diversa rispetto al passato, in cui la tecnologia
accresce la propria importanza. Qual è il ruolo che UBI Banca vuole avere in questa nuova fase dell’economia?
Non c’è dubbio che ormai assistiamo a una crescita consolidata: siamo a circa l’1,5% di crescita: un dato che si pone,
purtroppo, comunque sotto la media europea ma è compatibile con una situazione peculiare dell’economia italiana:
una bassa crescita demografica – se non nulla – e un mancato supporto della leva del debito dello Stato, in quanto il
debito è già estremamente elevato. Ciò detto, assistiamo sicuramente a una crescita sana, perché condotta anche dai
consumi interni e questo permette non solo alle grandi aziende ma anche alle piccole e medie aziende di poter
assistere a un “rimbalzo” e poter tornare protagoniste nell’economia italiana. È evidente che una selezione c’è stata
ed è stata molto forte, e quello che vediamo in questa versione nuova dell’industria italiana è qualcosa di
radicalmente diverso in confronto al 2007. Abbiamo evidentemente una preponderanza dell’economia digitale che
spinge moltissimo ma soprattutto abbiamo una componente di meccanica o comunque in generale di manifatturiero
estremamente sofisticato che si sta imponendo nei mercati mondiali.
Come svolgiamo il nostro ruolo: sicuramente sia in maniera “tradizionale” attraverso il rapporto uno-a-uno con le
aziende, sia attraverso una serie di iniziative – mi permetto di citare l’associazione con Confindustria in Industria 4.0 e
nel digital web che sostanzialmente ci permette di sviluppare in alcune delle più importanti piazze italiane a noi più
vicine un’iniziativa che tende a ulteriormente dare leva a questa crescita nuova delle aziende italiane, sia attraverso
quella che è un’attenzione e un ascolto assoluto al bisogno del cliente, che resta comunque a mio avviso la
componente più importante di tutte: ascoltare e cercare di reagire il più velocemente possibile ai bisogni dei clienti.
Il 2017, per UBI Banca, è stato scandito da una serie di realizzazioni che hanno avuto risonanza sul mercato e hanno
profondamente innovato la struttura della banca. Quali sono stati secondo Lei i passaggi più rilevanti e come
giudica, nel complesso, i risultati dei primi nove mesi dell’anno?
Facciamo innanzitutto una storia di quello che abbiamo fatto: a febbraio di quest’anno si è completato il progetto
“Banca unica”: è stato un evento estremamente importante, che, direi, possiamo dare ormai non solo per completato
ma anche considerare un esempio di grande successo sotto tutti i punti di vista: la macchina operativa ha saputo
consegnare questo progetto con addirittura quattro mesi d’anticipo in confronto a quello che era il piano; la reazione
dal punto di vista della componente commerciale è stata di estrema efficacia: non abbiamo, in questo passaggio,
perso quote di mercato e anzi addirittura in alcune situazioni ne abbiamo guadagnate. Il rapporto coi clienti non ha
minimante risentito di questa migrazione.
Poi, al contempo, abbiamo completato dapprima la parte contrattuale dell’acquisizione delle tre banche e poi, a
cavallo dell’estate, abbiamo realizzato l’integrazione con le banche. A che punto siamo con queste tre banche:

innanzitutto è importante ricordare che due weekend fa è stata integrata in maniera definitiva Banca Marche.
Ovviamente adesso c’è una situazione di fine tuning; durante questo fine tuning è evidente che i nostri nuovi colleghi
devono abituarsi, insieme alla clientela, ai nuovi processi: anche a processi più ordinati, va detto, perché ad esempio il
censimento anagrafico deve essere ultimato in maniera più completa possibile, ma – permettetemi di dire –
complessivamente è un esempio di estremo successo considerati anche i tempi. In fondo noi abbiamo preso il
controllo operativo di queste banche a inizio maggio, a fine ottobre si è completata la prima migrazione: la più
complessa, la più importante, quella della banca più grande, alla fine di questo mese di novembre si completerà la
migrazione di Banca Etruria e all’inizio del prossimo anno Carichieti completerà definitivamente questo ciclo.
Anche dal punto di vista dei risultati economici ci troviamo di fronte ad una situazione estremamente positiva, in
quanto le tre banche stanno raggiungendo molto più velocemente di quanto atteso il punto di break even. Carichieti è
praticamente già a breack even, le due banche maggiori lo saranno a mio avviso in maniera praticamente certa nel
corso del 2018. Questo grazie a una governance estremamente semplificata e a una capacità di realizzazione da parte
sia della “macchina” interna di UBI a perimetro “storico”, sia da parte dei colleghi nuovi che hanno dimostrato una
voglia di fare – una voglia di rivalsa, se posso definirla tale – estremamente elevata. Per quanto riguarda il risultato del
terzo trimestre, io credo che ci siano alcuni aspetti da mettere in maniera chiara sotto la luce.
Il primo è sicuramente il rimbalzo del margine di interesse: è un piccolo rimbalzo ma estremamente simbolico e
significativo dopo tanti trimestri in discesa. Questo è dovuto sia alla componente della banca a perimetro storico ma
ancor di più alla componente delle nuove banche che stanno vedendo un riprezzamento radicale del costo della
liquidità.
Molto bene anche la componente commissionale, che pur risentendo della ovvia stagionalità risulta comunque essere
in significativa crescita complessivamente in confronto all’anno precedente.
I costi continuano a essere sotto controllo, nonostante la progettualità, e questo credo sia un aspetto determinante, e,
in più, va sottolineato che recentemente è stato firmato il nuovo accordo con le componenti sindacali per quanto
riguarda le tre banche.
Anche dal punto di vista del costo del credito stiamo assistendo a una conferma del costo del credito ad un livello
molto più basso di quello dell’anno scorso e quindi complessivamente – questo dal punto di vista della redditività
normalizzata – ci porta ad avere una performance che è praticamente doppia in confronto alla performance dell’anno
precedente normalizzata. È quindi un anno che si sta svolgendo in maniera positiva ma soprattutto – e con questo
concludo – in maniera estremamente coerente con il piano industriale e con le attese dello stesso.

COMUNICATO STAMPA

I risultati al 30 settembre 2017 del Gruppo UBI (UBI Banca + 3 Banche Acquisite)
Solidi indicatori patrimoniali
– CET1 consolidato:
o Fully loaded a 11,54% (era 11,32% al 30 giugno 2017) (non include alcun beneficio da
DTA, ecc…)
o Phased in a 11,65% (era 11,42% al 30 giugno 2017)
Si rammenta che le 3 Banche Acquisite sono incluse a modello standardizzato; l’estensione
del modello IRB è attesa nel 2018
– LCR e NSFR > 100%
– Leverage ratio al 5,82% phased in e 5,77% fully loaded (rispettivamente 5,66% e 5,61% al
30 giugno 2017)
Andamento positivo dei risultati economici nei primi 9 mesi del 2017 (9mesi UBI Banca+6mesi
3Banche Acquisite):
– utile al netto delle componenti non ricorrenti a 167,3 milioni di euro1
, di cui:
o Utile netto di UBI Stand Alone a 190,1 milioni (-500,8 nei primi 9 mesi 2016)
o Risultato netto delle 3 Banche Acquisite a -22,9 milioni (al netto del riversamento della
PPA per +56,7 milioni)
3 trim 2017 / 2 trim 2017: i risultati progressivi per UBI Banca+3 Banche Acquisite mostrano
un buon andamento dei ricavi, il perdurante controllo dei costi e la riduzione delle rettifiche su
crediti:
– Utile del 3trim al netto delle poste non ricorrenti2

a 37,3 milioni rispetto ai 43,7 del

2trim2017
– Margine d’interesse a 402,5 milioni, +1,1% rispetto ai 398 del 2trim 2017, in incremento
sia in UBI Stand Alone che nelle 3 Banche Acquisite, nonostante il decremento del
contributo del portafoglio attività finanziarie
– Commissioni nette a 389,8 milioni rispetto ai 410,5 del 2trim2017, con la consueta
stagionalità legata alla minor attività estiva
– Oneri operativi a 631,3 milioni, -0,8% rispetto ai 636,2 del 2trim 2017, nonostante
l’inclusione di 25,2 milioni di contributi al Deposit Guarantee Scheme nel 3trim 2017
– Rettifiche su crediti a 135,1 milioni rispetto ai 147,8 del 2trim 2017, anche grazie al
riversamento della PPA3

1 Le principali componenti non ricorrenti, al netto delle imposte e dei terzi, nei primi 9 mesi dell’anno sono le seguenti: utile da
cessione titoli HTM per 37,4 milioni, oneri relativi al progetto di integrazione delle 3 banche acquisite per 21,2 milioni, oneri relativi
al progetto Banca Unica per 6,5 milioni, svalutazione investimento Fondo Atlante per 64,7 milioni, oneri interventi Fondo
Interbancario Tutela Depositi 22,6 milioni, badwill 616,2 milioni.
2 Il 3trim 2017 include oneri straordinari di intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per banche in difficoltà, allocati
a rettifiche di valore nette per deterioramento di altre attività e passività per 32,4 milioni lordi e 22,6 netti
3 Nel 3 trimestre 2017, il riversamento della PPA ammonta a 39,7 milioni

2

I dati patrimoniali (UBI Banca+3 Banche Acquisite) rispetto al 31 dicembre 2016:
– Impieghi in bonis a 85,5 miliardi (+1,1% vs 84.5 al 31 dicembre 2016)
– Crediti deteriorati netti a 8,4 miliardi (-9,1% vs 9,3 miliardi al 31 dicembre 2016)
– Costo del credito annualizzato complessivo a 67 punti base
– Default rate all’1,8% annualizzato, atteso in discesa nel 2018
– Coperture del credito deteriorato al 48,6% con stralci (40,01% esclusi gli stralci). Erano
rispettivamente 44,6% e 35,6% a fine dicembre 2016
– Raccolta indiretta a 98,8 miliardi, +10% vs 89,8 al 31 dicembre 2016
– Raccolta totale da clientela ordinaria4

del Gruppo (diretta e indiretta) a 181,4 miliardi

(176,1 a dicembre 2016)
L’insieme di questi risultati conferma la fattibilità del Piano Industriale 2020.

* * *

Bergamo, 10 novembre 2017 – Il Consiglio di Gestione di UBI Banca ha approvato i risultati consolidati
dei primi 9 mesi del 2017, che includono, a partire dal 1 aprile 2017, quindi per due trimestri, le 3
Banche recentemente acquisite.
I risultati economici e patrimoniali dei primi nove mesi del 2017 comprendono l’impatto dell’allocazione
del “badwill” 5, determinato in via provvisoria complessivamente pari a 995 milioni alla data del 1 aprile
2017.
Tale allocazione, che deriva dalla ri-esposizione delle attività e le passività acquisite al fair value alla
data di primo consolidamento, ha portato a rettificare in diminuzione principalmente i crediti deteriorati
(mediante incremento dei fondi rettificativi per 560 milioni lordi6

), mentre il valore dei crediti in bonis a
medio lungo termine risulta allineato al valore di iscrizione a bilancio. Rettifiche di entità decisamente
più contenuta sono state effettuate sulla raccolta a medio lungo termine, sul software e sui contratti
connessi ai fondi immobiliari, mentre valori leggermente positivi sono stati riscontrati su attivi gestiti.
A seguito di tale allocazione, la quota rimanente relativa al “bargain purchase”, complessivamente
contabilizzata a conto economico risulta pari a 616,2 milioni7
.

Le rettifiche effettuate alle poste patrimoniali in conseguenza del processo di purchase price allocation
hanno già dato luogo, nel secondo e nel terzo trimestre dell’anno, a “reversal” sia positivi che negativi,
per un netto di +56,7 milioni di euro.
Al netto delle poste non ricorrenti8

, l’utile del Gruppo allargato si è attestato a 167,3 milioni,
sintesi principalmente del risultato di UBI Stand Alone, pari a 190,1 milioni di euro, e di quello
delle 3 Banche Acquisite, pari a -22,9 milioni (includendo il riversamento della PPA per +56,7
milioni).
Includendo le poste non ricorrenti, i primi 9 mesi del 2017 si sono chiusi per il Gruppo allargato con un
utile netto di 702 milioni di euro, che include il risultato di UBI Banca Stand Alone per 112,6

4 La raccolta diretta è considerata al netto della raccolta istituzionale e dei pronti contro termine con Cassa Compensazione e
Garanzia
5 Si ricorda che l’IFRS 3 (R) consente comunque di procedere all’allocazione definitiva del badwill entro 12 mesi dall’acquisizione. 6
339,1 milioni di euro netti dopo il riversamento della PPA nel 3Q2017
7 A seguito dell’allocazione del badwill, ancora provvisoria, la quota di “bargain purchase” riconosciuta a conto economico ammonta
a complessivi 616,2 milioni nei risultati al 30 settembre 2017 (in progressivo affinamento rispetto ai 612,9 milioni netti registrati nel
2trim 2017).
8 Vedasi nota 1

3

milioni di euro e quello delle 3 Banche Acquisite per -26,5 milioni (includendo il riversamento della
PPA per +56,7 milioni), oltre al “bargain purchase” di cui sopra per 616,2 milioni.
Più in dettaglio, nei primi 9 mesi dell’anno il Gruppo allargato ha registrato proventi operativi per circa
2,595 milioni, riconducibili a UBI Stand Alone per 2.359,5 milioni (+1,2% rispetto ai primi 9 mesi del
2016).
Nell’ambito dei proventi, il margine d’interesse si è attestato a 1.147,7 milioni e risulta composto come
segue:
 112,3 milioni, pressoché totalmente derivanti dall’intermediazione con la clientela, relativi alle 3
Banche Acquisite. Si segnala che al 30 settembre 2017 il risultato delle 3 Banche include già
parzialmente i benefici di una prima progressiva riduzione di circa 40 bps nel costo della raccolta
avvenuta nel corso del periodo aprile-settembre 2017; tale riduzione ha consentito una progressione
favorevole del margine nel 3trim 2017 rispetto al 2trim2017 (a 57,8 milioni rispetto ai 54,5 del
2trim2017)
 1.035,4 milioni rivenienti da UBI Stand Alone (1.133,1 milioni nel 2016). Alla variazione hanno
contribuito un minor apporto del portafoglio titoli di proprietà (-40 milioni) a fronte del decremento
negli investimenti in titoli di debito – la cui vendita ha però generato nei 9 mesi significativi utili da
cessione (112,8 milioni) – e il decremento del margine relativo all’intermediazione con la clientela (-
58 milioni), di cui oltre la metà dovuta alla riduzione degli interessi attivi su inadempienze probabili,
scesi di oltre 32 milioni rispetto all’analogo periodo del 2016. Si rammenta che il margine d’interesse
non include i benefici del TLTRO, che verranno contabilizzati a consuntivo nel 4trim dell’anno.
Peraltro anche UBI Stand Alone ha registrato un incremento del margine d’interesse a 344,7 milioni
di euro nel 3trim 2017 dai 343,5 del 2trim 2017, dovuto per 307 milioni, rispetto ai precedenti 302, al
risultato dell’intermediazione con la clientela.
Le commissioni nette si sono attestate a 1.151.2 milioni, di cui 95,1 milioni relativi alle 3 Banche
Acquisite. Tale ultimo importo si riferisce per il 74% circa all’attività bancaria tradizionale con la
clientela, e per il resto ai servizi di gestione, intermediazione e consulenza nel settore titoli,
confermando, assieme alla composizione del margine d’interesse, la maggiore focalizzazione delle 3
Banche sulle attività di raccolta e impiego con clientela, sebbene su base trimestrale la composizione stia
variando, in linea con il collocamento di prodotti di risparmio gestito, verso un maggior peso delle
commissioni legate all’attività in titoli.
Per quanto riguarda il contributo di UBI Stand Alone, esso è passato a 1.056,2 milioni, in salita del
+6,8% rispetto ai 988,8 milioni del 2016, grazie all’apporto positivo delle commissioni su servizi di
gestione, intermediazione e consulenza (+8,3% a 601 milioni) – trainate dall’importante incremento del
risparmio gestito e assicurativo – ma anche di quello delle commissioni derivanti dall’attività bancaria
tradizionale (+4,9% a 455 milioni).
Il risultato netto dell’attività di negoziazione e copertura si è attestato a 185 milioni, di cui 177,6
riconducibili a UBI Stand Alone.
Questi ultimi sono attribuibili come segue:
– per 54,1 milioni all’attività di negoziazione (23,5 nei 9 mesi 2016);
– per 112,8 milioni alla cessione di asset finanziari, inclusi i titoli di stato italiani (89,1 milioni nei 9
mesi 2016);
– per 11,5 milioni alla valutazione delle attività finanziarie al fair value (-7,2 milioni nei 9 mesi 2016);
– le attività di copertura sono state negative per 0,8 milioni (+1 milione nei 9 mesi 2016).
Gli altri proventi di gestione si sono attestati a circa 76 milioni, di cui 8,6 milioni conseguiti nelle 3
Banche Acquisite.

4

Gli oneri operativi hanno totalizzato 1.789,5 milioni, di cui 1.522,4 milioni relativi a UBI Stand Alone
(in riduzione per quest’ultima del 2% rispetto ai 1.553,2 milioni del 2016):
– le spese per il personale si sono attestate a 1.096,7 milioni, di cui 942,7 milioni relativi a UBI Stand
Alone, dove prosegue la riduzione già in atto da diversi anni (ulteriore -1,1% vs 9mesi2016 grazie alla
diminuzione della forza lavoro media, -267 risorse), e 154 milioni relativi alle 3 Banche Acquisite.
Peraltro si sottolinea che il costo del personale è in decremento nel 3trim dell’anno rispetto al 2trim,
sia in UBI Stand Alone (a 308 milioni dai precedenti 314) che nelle 3 Banche (a 71 milioni dai
precedenti 83).
– le spese amministrative hanno totalizzato 577,9 milioni, di cui 474,8 milioni relative a UBI Stand
Alone, dove prosegue la riduzione in atto (-3,8% rispetto ai 9 mesi 2016);
– le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali sono pari a 114,9 milioni, di cui 104,9
relative a UBI Stand Alone.
Le rettifiche di valore nette su crediti si sono attestate a 417,7 milioni di euro, determinando un costo
del credito annualizzato di 67 punti base.
A tale risultato ha contribuito il riversamento della PPA allocata a crediti deteriorati, che ha determinato
riprese di valore nette su crediti sulle 3 Banche Acquisite (le rettifiche su crediti nelle 3 Banche si sono
attestate complessivamente a 18 milioni, più che compensate dal beneficio derivante dal riversamento
della PPA allocato a rettifica del valore dei crediti deteriorati per +54,2 milioni).
Al 30 settembre 2017, le coperture dei crediti deteriorati si attestano per il Gruppo allargato al 48,6%
includendo gli stralci (40,01% escludendo gli stralci).
Nel periodo sono stati contabilizzati circa 130 milioni di rettifiche di valore nette per altre attività e
passività, essenzialmente legate alla svalutazione dell’investimento nel Fondo Atlante per 89,3 milioni
e all’onere sostenuto per l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi a favore di CR
Cesena, Rimini e S. Miniato, per 32,4 milioni, tutti non ricorrenti.
Le imposte del periodo si sono attestate a 112,2 milioni, definendo un tax rate del 45,16% (40,75%
normalizzato), e non includono alcun beneficio di iscrizione di DTA sulle perdite pregresse delle 3
Banche Acquisite i cui presupposti per la loro rilevazione si manifesteranno a valle delle incorporazioni
societarie.
Infine, sono stati registrati nei primi 9 mesi dell’anno oneri legati al Piano Industriale (progetto Banca
Unica, progetto integrazione 3 banche acquisite, incentivi all’esodo) per circa 31,2 milioni al netto delle
imposte e dei terzi.

* * *

I risultati economici del 3trim2017 rispetto al 2trim2017 (UBI Banca + 3 Banche Acquisite)
In termini congiunturali, i proventi operativi hanno totalizzato 856,3 milioni rispetto ai 941 milioni
realizzati nel secondo trimestre.
Nell’ambito dell’aggregato:
 il margine d’interesse è salito a 402,5 milioni dai precedenti 398, e risulta in crescita sia nel
perimetro UBI Stand Alone (+1,1 milioni a 344,7 milioni) che, in misura maggiore, nel perimetro
delle 3 Banche Acquisite (+3,4 milioni a 57,8 milioni) grazie all’azione di riduzione del costo della
raccolta che ha influito sia sui tassi che sui volumi. Da segnalare nell’aggregato relativo a UBI Stand
Alone la ripresa del risultato dell’intermediazione con la clientela, salito a 307 milioni dai precedenti
302.
 le commissioni nette si sono attestate a 390 milioni, rispetto ai 411 del 2 trim 2016, con la consueta
stagionalità legata alla minor attività nei mesi estivi. UBI Stand Alone ha registrato commissioni per
342 milioni, in flessione rispetto ai 363 del 2 trim 2017 ma in significativa crescita rispetto ai 321

5

milioni del 3 trim 2016. Le 3 Banche Acquisite hanno per contro riportato commissioni nette pari a
circa 48 milioni, sostanzialmente invariate rispetto al trimestre precedente, e realizzate
prevalentemente nel comparto dell’operatività più tradizionale, anche se il terzo trimestre evidenzia
una buona crescita dei ricavi rivenienti dal collocamento titoli e dalla distribuzione di prodotti.
 la finanza ha segnato un minor contributo (36,4 milioni) dopo i significativi utili realizzati nel
secondo trimestre (83,4 milioni) con la parziale cessione di titoli del portafoglio HTM.
 Il risultato della gestione assicurativa, riferito alle Nuove Banche, si è quantificato in 4,6 milioni di
pertinenza del terzo trimestre e 4,1milioni del secondo.
Gli oneri operativi hanno totalizzato 631,3 milioni nel terzo trimestre (636,2 milioni del secondo
trimestre) e sono attribuibili per 135,8 milioni alle 3 Banche Acquisite (141,8 milioni nel 2 trim 2017) e
per 500,6 milioni (499,7 milioni nel 2trim 2017) al Gruppo UBI Banca “stand alone”.
• le spese per il personale nel terzo trimestre si sono ridotte per ambedue gli aggregati (-5,3 milioni a
livello di perimetro UBI Stand Alone e -11,2 milioni per le 3 Banche Acquisite) grazie essenzialmente
ad una riduzione delle voci “Salari e Stipendi” e “Altri benefici a favore dei dipendenti”, rivenienti dalle
uscite di personale intervenute nel trimestre;
• le altre spese amministrative (211,8 milioni nel terzo trimestre rispetto ai 199,7 milioni del secondo)
evidenziano invece un incremento di 12 milioni circa, imputabile per 6,5 milioni ad UBI Stand Alone e
per 5,9 milioni alle 3 Banche Acquisite.
L’aumento è riferibile, nel terzo trimestre, al versamento del contributo ordinario al Deposit Guarantee
Scheme per 25,2 milioni: tale onere è stato parzialmente compensato da minori spese per servizi
professionali e consulenze (-6,3 milioni nel trimestre, con una diminuzione equamente distribuita sui
due aggregati di analisi) e delle spese per pubblicità e promozione (-5,6 milioni).
Nel terzo trimestre sono state iscritte rettifiche di valore nette per deterioramento crediti per 135 milioni,
in riduzione di 12,8 milioni rispetto al secondo trimestre (147,8 milioni). Alla formazione dell’aggregato
hanno contributo un effetto netto positivo ascrivibile alle 3 Banche Acquisite per 31,9 milioni (derivanti
per -7,7 milioni dalle rettifiche del periodo e per +39,7 milioni dal riversamento della PPA) e rettifiche
di UBI Stand Alone per 167 milioni.
Nel secondo trimestre le 3 Banche Acquisite avevano registrato un effetto netto positivo per 4,2 milioni
(formati da -10,2 milioni di rettifiche e per +14,4 milioni dall’effetto del riversamento della PPA)
mentre il vecchio perimetro UBI Stand Alone aveva registrato rettifiche per 152,1 milioni.
Nel 3 trimestre 2017 sono stati contabilizzati oneri per impegni verso il Fondo Interbancario di Tutela
dei Depositi per 32,4 milioni, mentre nel secondo trimestre dell’anno era stato svalutato l’investimento
nel Fondo Atlante per 70,6 milioni, ambedue aventi natura non ricorrente.
Infine, il periodo registra, in relazione al progetto Banca Unica e al progetto di integrazione delle 3
Banche Acquisite, oneri non ricorrenti per 11,6 milioni, già al netto di imposte e terzi.

* * *
Gli aggregati patrimoniali (UBI Banca + 3 Banche Acquisite)
Nel corso del 3 trimestre 2017, sono avvenuti i trasferimenti di alcuni rami d’attività (leasing e cessione
del quinto) dalle 3 Banche Acquisite a UBI Banca, per un totale crediti netti di oltre 900 milioni. Tali
trasferimenti alterano l’evoluzione dei volumi sottostanti il dato consolidato con riferimento agli
aggregati rispettivamente di UBI e delle 3 Banche, per cui il riferimento verrà fatto esclusivamente al
Gruppo UBI allargato.

6

Al 30 settembre 2017, gli impieghi verso la clientela si attestano complessivamente a 93,9 miliardi,
risultando in leggera flessione rispetto ai 94,2 miliardi del giugno 2017 e allineati al dato di fine anno
2016.
Nel dettaglio, all’interno dell’aggregato:
– i crediti in bonis verso la clientela si attestano a 85,5 miliardi (+1,1% rispetto a dicembre 2016 e –
0,4% rispetto a giugno 2017). La lieve flessione rispetto a giugno 2017 è da attribuirsi al
rallentamento degli impieghi a breve termine, in un mercato ancora segnato da forte pressione
competitiva sui prezzi.
– i crediti deteriorati netti ammontano a 8,4 miliardi, in contrazione del 9,1% dai 9,3 miliardi di fine
2016 e in lieve riduzione rispetto a giugno 2017.
Per quanto riguarda la qualità del credito, a fine settembre lo stock di crediti deteriorati lordi, pari a
14.033 milioni, si è ridotto (-0,8% rispetto a giugno 2017 e -2,4% rispetto a dicembre 2016) e
rappresenta il 14% del totale crediti lordi.
I flussi di crediti da performing a deteriorati, attestatisi complessivamente a 1.174,8 milioni per il nuovo
perimetro UBI, si mantengono contenuti.
Il default rate annualizzato per il nuovo Gruppo ammonta infatti all’1,8%, ed è atteso in
riduzione nel 2018.
Includendo i crediti stralciati, la copertura del totale crediti deteriorati si attesta al 48,6% (era il
44,6% a dicembre 2016 e il 48,8% a giugno 2017). I crediti stralciati ammontano a 2,3 miliardi.
Escludendo i crediti stralciati, la copertura del totale crediti deteriorati è pari al 40,01%, in deciso rialzo
rispetto al 35,6% del dicembre 2016, anche, ma non solo, per effetto dell’allocazione della PPA a
incremento dei fondi di rettifica, e in leggera flessione rispetto al 40,2% di giugno.
La leggera contrazione delle coperture trimestre su trimestre è dovuta all’effetto di nuovi stralci sulle
sofferenze (oltre 220 milioni coperti al 100%), del riversamento del time value legato alla PPA sulle
inadempienze probabili (-40 milioni circa), e all’ingresso, tra le esposizioni scadute, di una posizione già
rientrata in bonis a ottobre (50 milioni).
I crediti deteriorati netti si attestano a fine settembre 2017 a 8.419 milioni (erano 8.452 milioni a giugno
2017 e 9.258 milioni a dicembre 2016), rappresentando il 9% del totale dei crediti netti.
In termini di composizione per classi:
– lo stock di sofferenze nette ammonta a 4.077 milioni (sostanzialmente stabili rispetto a giugno e
dicembre 2016). Includendo i crediti stralciati, la copertura delle sofferenze si attesta a settembre
2017 al 58,8% (59,2% a giugno 2017 e 58,6% a dicembre 2016). Analoga dinamica caratterizza la
copertura delle sofferenze al netto dei crediti stralciati che raggiunge il 46,1% (46,3% a giugno
2017 e 45,6% a dicembre 2016);
– la categoria delle inadempienze probabili ammonta in valori netti a 4.069 milioni (4.157 milioni a
giugno 2017 e 4.881 a dicembre 2016), esprimendo una copertura del 34,02% (34,3% a giugno
2017 e 24,8% a dicembre 2016);
– le posizioni scadute/sconfinanti nette ammontano a 273 milioni e includono una posizione di 50
milioni già tornata in bonis a ottobre 2017, con una copertura dell’8,5%.
Per quanto attiene il profilo della raccolta, si segnala il consolidamento della positiva evoluzione
dell’aggregato di raccolta totale core da clientela ordinaria (che accoglie la raccolta diretta core da
clientela ordinaria e la raccolta indiretta) attestatosi a 181,4 miliardi (179,4 miliardi a giugno 2017 e
176,1 miliardi a dicembre 2016).
Più in dettaglio, la raccolta diretta da clientela ordinaria, pari a 82,6 miliardi (83,6 miliardi a giugno
2017 e 86,3 miliardi a dicembre 2016) risulta in contrazione essenzialmente:

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– per effetto della progressiva scadenza degli stock di obbligazioni collocate sulla clientela captive (-4
miliardi rispetto a dicembre 2016, in diminuzione sia in UBI Stand Alone che nelle 3 Banche
Acquisite), non sostituite anche nel contesto della normativa sul bail-in,
– della diminuzione delle consistenze dei depositi vincolati sulle 3 Banche Acquisite (-1,2 miliardi
rispetto a dicembre 2016), nell’ambito delle azioni di riduzione del costo del funding;
– mentre crescono i depositi a vista per circa 2,7 miliardi.
A settembre 2017, la raccolta indiretta si conferma ottima interprete delle esigenze di investimento
della clientela e raggiunge i 98,8 miliardi dai precedenti 95,8 miliardi a giugno 2017 e 89,8 miliardi a
dicembre 2016. In particolare a fine semestre:
– il risparmio gestito in senso stretto raggiunge i 43,3 miliardi (+2,2% rispetto a giugno 2017 e + 7,7%
rispetto a dicembre 2016);
– la raccolta assicurativa si attesta a 20,5 miliardi (+3,9% rispetto a giugno 2017 e +11,1% rispetto a
dicembre 2016);
– la raccolta amministrata ammonta a 35,1 miliardi (+3,8% rispetto a giugno 2017 e +12,4% rispetto a
dicembre 2016).
Con valuta 29 marzo 2017, l’esposizione del Gruppo verso la BCE a titolo di TLTRO2 è salita a 12,5
miliardi di euro, dai 10 miliardi ottenuti a giugno 2016; l’intero importo è riferito a UBI Stand Alone.
Il profilo di scadenza contrattuale di tale esposizione TLTRO2, iscritta tra i “Debiti verso Banche” e
quindi non inclusa nella raccolta diretta, prevede 10 miliardi a giugno 2020 e 2,5 miliardi a marzo 2021.
Il Gruppo continua a beneficiare della solida posizione di liquidità, con indici (Net Stable Funding Ratio
e Liquidity Coverage Ratio) costantemente superiori a 1, e uno stock di attività stanziabili
complessivamente pari, al 30 settembre 2017, a 25,8 miliardi di euro (di cui 10,4 disponibili) già al netto
degli haircut.
A settembre 2017, le attività finanziarie del Gruppo hanno una consistenza al mark to market di 17,5
miliardi di euro, di cui 12 miliardi relativi a titoli di stato italiani, sostanzialmente stabili rispetto a
giugno 2017.
Sempre a fine settembre 2017, il patrimonio netto consolidato del Gruppo UBI Banca, incluso il
risultato di periodo, si attesta a 9.957 milioni di euro.
In termini di indici patrimoniali, a fine settembre 2017 il CET1 ratio fully loaded è pari all’11,54%
(11,32% a giugno 2017); il CET1 ratio phased in si attesta all’11,65% (11,42% a giugno 2017); il
miglioramento è essenzialmente dovuto al recupero di eleggibilità delle garanzie su esposizioni garantite
da immobili retail con effetto positivo sulla ponderazione delle stesse, alla riduzione della rischiosità del
portafoglio crediti di gruppo e alla riduzione di investimenti partecipativi e titoli di debito.
Sempre a fine settembre 2017, il Total Capital Ratio risulta pari, in termini fully loaded, al 14,2%, e in
termini phased in al 14,32% (era rispettivamente il 13,94% e il 14,06% a fine giugno 2017).
Infine, il Leverage ratio ammonta al 5,82% phased in e al 5,77% fully loaded (rispettivamente 5,66% e
5,61% al 30 giugno 2017)

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Al 30 settembre 2017, le risorse umane del Gruppo UBI Banca risultavano composte da 21.818 unità
rispetto alle 22.122 del giugno 2017.
Al 1 novembre 2017, dopo la migrazione di Banca Adriatica, l’articolazione territoriale nazionale conta
1.881 sportelli, in riduzione del 3,4% dalle 1.948 filiali del giugno 2017.

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Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari
Elisabetta Stegher, quale Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari di Unione di
Banche Italiane Spa attesta, in conformità a quanto previsto dal secondo comma dell’articolo 154 bis del
“Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria”, che l’informativa contabile
contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture
contabili.

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Prevedibile evoluzione della gestione ordinaria
L’evoluzione del margine di interesse nell’ultimo trimestre del 2017 beneficerà della rilevazione del
contributo previsto nell’ambito del programma TLTROII oltre che della progressiva riduzione del costo
della raccolta da clientela.
Si prevede che le commissioni nette evidenzino la consueta e positiva stagionalità che caratterizza
l’ultima parte dell’esercizio e del processo di ricomposizione della raccolta totale a favore del risparmio
gestito.
Gli interventi attuati nel corso del 2016-2017 consentono di confermare l’obiettivo di contenimento degli
oneri operativi in linea con le previsioni di Piano Industriale.
Si prevede di mantenere il trend di miglioramento del costo del credito complessivo (UBI e nuove
banche). Il default rate, pari su base annualizzata all’1,8% a settembre 2017, è atteso scendere
ulteriormente nel 2018.
Si conferma il piano di integrazione delle nuove banche nel rispetto dei tempi e oneri di integrazione
previsti: Banca Adriatica (ex Nuova Banca delle Marche) e Carilo sono già migrate con successo sui
sistemi IT di UBI Banca nella seconda metà di ottobre; entro fine novembre si prevede la migrazione di
Banca Tirrenica (ex Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio) e Banca Federico del Vecchio.

Per ulteriori informazioni:
UBI Banca – Investor Relations – tel. +39 035 3922217
E-mail: investor.relations@ubibanca.it
UBI Banca – Media Relations – tel. +39 027781 4213 – 4938
E-mail: media.relations@ubibanca.it
Copia del presente comunicato è disponibile sul sito