Ius soli vs Ius sanguinis dell’ipocrisia della politica
“Ora il Ringraziamento ci ricorda che non importano le differenze: siamo un solo popolo, parte di
qualcosa di più grande» dice il presidente Obama «Siamo sempre e semplicemente, americani”
Il presidente Obama nel suo ultimo messaggio in occasione del Thanksgiving.
‘Noi’ e ‘Loro’, ‘Us and them’ per dirla alla Pink Floyd, noi dentro loro fuori, la strenua difesa della fortuna di
essere nati in un paese ricco e civile e non in qualche deserto riarso dal sole. L’Italia applaude ad Obama, si
affolla quando viene a parlare in Italia, adora i suoi discorsi, poi quando si parla di integrazione ed
accoglienza diventa improvvisamente trumpiana. Lo Ius Soli di cui si discute è un problema piccolo che è
diventato un macigno nella politica italiana, cavalcato da tutti per sterili motivi elettorali. Un PD che da
quando è al governo fa aumentare il debito italiano di 10 miliardi di euro al mese e dilaniato da scissioni,
cerca di sviare l’attenzione buttandosi su questo disegno di legge. Leghisti e fascisti lo aborrono come
giusto che sia da ignoranti privi di idee quali sono, i centristi lo voteranno con il mal di pancia, i Movimento
5 Stelle cambia posizione dalla sera alla mattina.
Ad oggi la cittadinanza italiana spetta di diritto in base allo Ius Sanguinis, regolato dalla legge 91 del 1992 a
chi nasce in Italia da almeno un genitore di cittadinanza italiana, altrimenti può richiederla al compimento
del 18° anno se è sempre risieduto in Italia. La legge in discussione nel Parlamento introduce la possibilità
dello Ius Soli, concesso a chi nasce da genitori stranieri, nel caso in cui uno dei due goda di un permesso di
lungo soggiorno UE. Oltre questo è previsto il caso di due genitori extra-comunitari di cui almeno uno
disponga di reddito pari all’assegno sociale, di un alloggio adeguato e parli la nostra lingua. Ulteriore
possibilità di acquisire la cittadinanza italiana è lo Ius Culturae, la via della scuola si apre per chi è arrivato
prima del compimento dei 12 anni, ha frequentato le aule per almeno 5 anni completando almeno un ciclo
completo. La platea degli aspiranti nuovi cittadini è di circa 800.000 interessati, poca roba in un paese a
natalità negativa, numeri ben lontani dai proclami ignoranti di leghisti e fascisti.
I detrattori dello Ius Soli (diritto di cittadinanza per paese di nascita) affermano che non esiste una dottrina
simile a parte in America, cosa vera solo in parte ed in larga parte falsa e tirata per la giacchetta. Se è vero
che in Europa è prevalente lo Ius Sanguinis (il diritto di cittadinanza per sangue), le maglie sono molto
larghe, in Germania è sufficiente che un genitore abbia un permesso di soggiorno regolare da almeno 3
anni e viva nel paese da almeno 8. Ancora più disponibili in Gran Bretagna, basta avere un genitore che sia
cittadino britannico per conseguire automaticamente la cittadinanza. In Spagna richiedono 10 anni di
lavoro e permesso di soggiorno, per chiudere con i maggiori paesi, la Francia la concede se i genitori sono
nati in Francia, ma anche al compimento della maggiore età se i genitori risiedono nel paese da almeno
cinque anni.
Come dicevamo in apertura il PD cerca di issare una bandiera per unire i resti della galassia di sinistra, gli
alfaniani diranno sì per dovere di governo, ma preferirebbero andare a settembre per poi far sparire il tutto
nelle secche della finanziaria che si dovrà varare e diverrà il problema numero uno. Quelli di sinistra vera
sono a favore da sempre, ma con i loro numeri contano meno del portiere di uno stabile all’assemblea di
condominio. Poi ci sono i penta stellati, in una intervista rilasciata all’indomani dell’elezione di Trump, Grillo
aveva dichiarato alla testata francese Journal du Dimanche, “Trump sembra moderato, i media hanno
deformato il suo punto di vista e si è semplicemente adattato a ciò che hanno detto di lui”. Quando i
senatori penta stellati Andrea Cioffi e Maurizio Bulcarella proposero l’abolizione del reato di clandestinità in
Commissione Giustizia, Grillo e Casaleggio li attaccarono pesantemente bloggando “se durante le elezioni
politiche avessimo proposto l’abolizione del reato di clandestinità il M5S avrebbe ottenuto percentuali da
prefisso telefonico”. Peccato che un successivo sondaggio online sulla questione abbia visto sconfessare i
due leader con un rotondo 64% dei votanti a favore dell’abolizione. Ad oggi il M5S non ha una posizione
chiara, anche se stando alle dichiarazioni di Grillo è contrario alla legge ed al Senato, dove l’astensione vale
voto negativo, per l’appunto darà pollice verso. Tutti i contrari svicolano l’accusa di razzismo asserendo che
ci sono cose più urgenti, il solito vezzo italico-bizantino di rimandare sine die, e la legge sullo Ius Soli
finirebbe nel porto delle nebbie dove già si affollano tanti altri provvedimenti che trattano di diritti, che
siano extra-comunitari nati qui o minoranze gay poco importa, i diritti dei deboli per i politici non è che poi
siano così importanti.
MAURIZIO DONINI