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Teatro La Fenice di Osimo con “Mese Mariano” di Umberto Giordano

provemesemarianoL’Accademia d’Arte Lirica di Osimo porta Napoli sul palcoscenico del Teatro La Nuova Fenice, sabato 13 maggio, alle ore 21.15: uno spettacolo d’opera, MESE MARIANO, di Umberto Giordano, preceduto da una scelta di canzoni napoletane su testi del grande poeta napoletano Salvatore Di Giacomo.

Il capolavoro di Giordano, che vide la luce poco più di cent’anni fa, il 17 marzo 1910, a Palermo, continua a coinvolgere e commuovere anche gli spettatori del secondo millennio: merito della musica, tra le più ispirate dell’autore di Andrea Chénier, e del libretto, che il Di Giacomo trasse, come il dramma in dialetto napoletano ‘O Mese Mariano, dalla sua novella Senza vederlo.

Ambientata tra le mura di un orfanatrofio, la vicenda narra di una madre, Carmela, che torna a riprendere il bambino che era stata costretta ad abbandonare. Racconta alle monache la sua vita difficile di ragazza sedotta e abbandonata, il suo matrimonio con un operaio, che rifiutava di tenere in casa il figlio di un altro uomo. Ora è pronta a portarlo via con se’. Ma alla Madre superiora viene detto che il bambino è morto durante la notte precedente. La suora non ha il coraggio di comunicarlo alla madre: le dice che non può venire, che è nel coro per i canti del Mese mariano. Carmela insiste, ma invano e quando il corteo dei bimbi passa sul fondo del cortile, cerca con lo sguardo il suo figlioletto. Non potendo raggiungerlo si illude di averlo riconosciuto e, prima di allontanarsi, lascia per lui il dolce che aveva portato, promettendo di tornare.

Molti compositori hanno vestito di note i musicalissimi versi di Salvatore Di Giacomo, dando voce a una città che viveva – negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento – la sua più straordinaria stagione canora, con canzoni destinate a restare nella memoria collettiva: Tosti, Costa, Buongiovanni, Di Capua, De Chiara, Falvo. A loro si deve la colonna sonora di una Napoli che canta il suo mare, la sua luna che spunta a Marechiare, corteggia le sue donne – Chiarastella e Catarì – dai nomi suggestivi, si commuove per gli amori infelici, sorride dell’ingenuità del merciaiolo paesano con le Spingule frangese, ride con Carcioffolà.

Diretti da Alessandro Benigni, concertatore al pianoforte, saranno protagonisti i solisti dell’Accademia d’Arte Lirica. Con loro canteranno i giovanissimi interpreti del Coro di voci Bianche delle classi secondarie di I grado dell’Istituto “Caio Giulio Cesare”, diretti da Rosa Sorice, che partecipano attivamente a un progetto di formazione musicale realizzato in collaborazione con l’Accademia.

La regia è affidata a Matteo Mazzoni, che firma anche scene, costumi e luci, con un progetto video di Wilhelm von Starck.

 

Info: biglietteria Teatro La Nuova Fenice – tel. 071 7231797

prevendita: venerdì 12 maggio dalle ore 17,00 alle ore 20,00, sabato 13 maggio dalle ore 17,00 fino ad inizio spettacolo

posti numerati – ingresso unico € 12,00