LE BUFALE DEL “PIANO CASA” REGIONALE
Nel dicembre 2014, a sette anni dal precedente, il Consiglio Regionale ha licenziato il Piano triennale di
edilizia residenziale predisposto dalla giunta che, nelle intenzioni e nelle dichiarazioni, avrebbe dovuto, se non
risolvere, quantomeno alleviare il problema della casa che ormai da anni, aggravato dalla crisi economica del paese
che si protrae da un decennio, è diventato per una parte non trascurabile della popolazione il problema più grave.
1. Uno dei punti di forza del piano era l’alienazione di una quota consistente del patrimonio abitativo pubblico, oltre
3000 alloggi di proprietà dell’ERAP senza contare quelli di proprietà dei comuni, che avrebbe dovuto portare
risorse per 30 milioni di euro, destinati alla realizzazione di nuovi alloggi da mettere a disposizione delle fasce più
deboli della popolazione.
Ad oltre due anni di distanza, l’ERAP avrebbe concluso la cessione di soli 20 alloggi e si appresterebbe a farlo con
altri 36, per un introito presumibile di poco più di 3 milioni di euro: la montagna ha partorito il topolino!
Certamente non è estraneo a questo fallimento il rifiuto ostinato della giunta ad applicare al programma di
alienazione la normativa nazionale (peraltro adottata, ad esempio, dal comune di Ancona), più favorevole e quindi
più allettante per i potenziali acquirenti.
2. Gli altri pezzi forti del piano erano la ricerca di un partenariato per il social housing, mai decollato, tanto che
nell’aggiornamento del Piano deliberato 4 mesi fa non se ne fa più cenno, e il sostegno al rent to buy per
agevolare l’acquisto della prima casa; anche questo provvedimento si è rivelato un buco nell’acqua: i bandi di
concorso emanati fra il 2015 e il 2016 hanno portato alla presentazione di 10 richieste in tutta la regione, di cui
solo 5 ammissibili per una spesa di 130mila euro, e nonostante questo la Regione torna a proporre l’erogazione di
buoni casa per incentivare l’acquisto.
Evidentemente, chi una casa non ce l’ha e non riesce né a comperarla né a pagarne l’affitto non rientra tra le
priorità di questa Regione.
3. Chi, per aver perso il lavoro o per motivi simili non riesce più a pagare l’affitto, per evitare lo sfratto potrebbe
contare su un sostegno del fondo per la morosità incolpevole finanziato dallo Stato. A gennaio la Giunta ha
approvato le linee guida per l’emanazione dei relativi bandi, ma ad oggi nessun comune si è mosso, anche
perché dalla regione non sono ancora stati liquidati i contributi dello scorso anno, e così l’intera procedura si è
inceppata; il che è ancora più grave se si considera che quest’anno dovranno essere ripartiti, oltre ai fondi
stanziati per il 2017, i fondi non utilizzati negli anni precedenti, che da soli ammontano a 2 milioni 750mila euro,
cui aggiungere €. 200.000,00 stanziati dalla Regione stessa per ciascuno degli anni 2016 e 2017.
Ma ad oggi, nei comuni della regione sono stati erogati appena € 71.448.02 quale integrazione per gli anni 2014
e 2015.
Per affrontare questo aspetto del problema, già nel 2014 con l’assessorato regionale competente si era
concordato di andare alla costituzione di una sorta di Agenzie per la Locazione a livello provinciale, che avrebbero
dovuto favorire l’incontro tra domanda e offerta di alloggi a canone moderato: non hanno mai visto la luce, e
aleggiano ancora in un limbo dal quale probabilmente non usciranno mai.
4. Anche in occasione della recente tragedia del terremoto, la Regione Marche non sta brillando per efficienza:
nonostante l’allarme lanciato da più parti, compresi i sindacati degli inquilini, il contributo per l’autonoma
sistemazione continua spesso a finire nelle tasche di speculatori che affittano a canoni fuori da ogni logica; e le
tanto decantate casette, che pure tardano ad arrivare, alla fine costeranno più degli immobili (certamente più utili
e duraturi) che il più recente decreto sul sisma consentirebbe alle regioni di acquistare per affrontare
l’emergenza.
A questo punto è difficile capire se si tratti di incapacità di gestire o di mancanza di volontà politica; quel
che è certo è che questa amministrazione regionale non è stata capace di utilizzare e spendere gran parte dei
fondi del Piano Casa ancora a disposizione e che un’inversione di rotta non è più rinviabile!
Ancona, 8 maggio 2017
CGIL-CISL- UIL
SUNIA-SICET- UNIAT
MARCHE