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Verde Mare resta chiuso

verde-mare-dall-altoFERMO – La richiesta di amministrazione giudiziaria fatta dai legali di Felice Chiesa alla Procura della Repubblica è stata rifiutata. Uno schiaffo, l’ennesimo, per tutti gli stagionali e i lavoratori che lo scorso venerdì, erano scesi in piazza a Fermo ancora una volta per far sentire la loro voce e dire «non chiudete il nostro camping».
La struttura di Felice Chiesa, che dopo l’ultimo verdetto si dice incredulo, rischia ora seriamente di non aprire per l’estate. Anzi: diciamo che è rimasto, come ultima spiaggia, il ricorso avverso l’ordinanza di ieri del Gip Marcello Caporale al tribunale del riesame di Fermo. Nel giro di una ventina di giorni al massimo il responso che, se negativo, corrisponderà ad una pietra tombale sull’opportunità di una ripaertura.

«Aspetto di sapere le motivazioni – dice Chiesa – poi presenteremo subito ricorso in tribunale. La richiesta di esercizio provvisorio è stata respinta, il mio stato d’animo è sotto zero. Spero solo nel tribunale del riesame, quello che la prima volta ci ha tolto il sequestro. Io la chiusura non me la immagino, non me la posso neanche immaginare la catastrofe che ne seguirebbe».
Chiesa pensa al camping che lui stesso ha fondato nel lontano 1973, mentre gli passano davanti agli occhi i nomi e i volti di tutte le famiglie che anno dopo anno ha accolto. Chiudendo il Verde Mare e dovendo chiudere acqua e utenze, secondo Chiesa i problemi sarebbero non pochi anche per tutti gli altri camping limitrofi, per i problemi relativi al passaggio dei mezzi pesanti, per emergenze e quant’altro, fino all’impianto di fognatura dato che un connettore passa attraverso il suo camping, questo solo per fare un altro esempio. Alla domanda se si aspettava tale inequivocabile esito risponde: «Un po’ sì – spiega – non ero tanto tranquillo per il fatto che questa volta la responsabilità della decisione toccava ad una persona sola, mentre con il tribunale la decisione è per forza di cose di più persone». E il pensiero va inevitabilmente a quelle «420 famiglie che non faranno le vacanze che non sono signori e che non possono permettersi un albergo. Non ci posso pensare», conclude Chiesa.

Un morale simile ce l’ha Fulvio Riccio, il presidente del Comitato degli stagionali che fino alla fine ha cercato d’infondere speranza e fiducia anche in tutti gli altri proprietari di roulotte rimaste sotto sequestro ma questa volta è finita anche la speranza: «Sono letteralmente sconcertato. Questo provvedimento è assurdo sotto ogni profilo, per una scelta che non si sa cosa debba tutelare. Un provvedimento che tutela cosa? E’ un provvedimento che condanna a morte un intero territorio. L’esercizio provvisorio non pregiudicava nulla e dava la possibilità di recupero – commenta così la durezza del provvedimento- Il mio giudizio verso la magistratura è negativo dato che dovrebbe tutelare la società, mentre così uccide un intero settore con un giudizio di una gravità assoluta. Un provvedimento che rende tutti scontenti. Io non avevo alcun dubbio, ero totalmente fiducioso che il provvedimento, poteva e doveva essere emesso. Così morirà Torre di Palme, morirà Marina Palmense e anche Lido di Fermo. Morirà tutto». L’avvocato di Chiesa, Savino Piattoni, prepara il ricorso al riesame e spera ancora. «La proposta che avevamo messo in campo con la richiesta di amministrazione giudiziaria – afferma l’avvocato Piattoni – era corretta dal punto di vista giuridico e di buonsenso per l’indagato e per il territorio. L’amministratore non sarebbe stato neanche Chiesa ma un esterno. Si poteva salvare la stagione sempre pregiudicare il processo o altri aspetti di ordine giudiziario».