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L’amaro Conto Annuale 2015 della Ragioneria Generale dello Stato

1478884832118572Dal conto annuale 2015 pubblicato in questi giorni dalla Ragioneria dello Stato arrivano altre amare conferme del calo

occupazionale nei settori del lavoro pubblico con tutti i riflessi sui servizi ai cittadini.

Nel 2015 è proseguita la riduzione della forza lavoro impiegata nelle amministrazioni pubbliche.

Nelle Marche, considerando tutti i comparti della pubblica amministrazione e non considerando il personale precario

impiegato con contratti flessibili, sono presenti con contratto stabile e quindi a tempo indeterminato 75.052 lavoratori

pubblici ( 29.220 uomini e 45.832 donne) che rappresentano il 2,55% del totale nazionale (erano 77.043 nel 2010).

Nelle Marche, in particolare, si registra un’ulteriore diminuzione nei comparti della sanità e degli enti locali del

personale stabile.

Nella nostra Regione si è passati negli ultimi sei anni dai 20.152 dipendenti del comparto sanità presenti nel

2010, ai 19.430 dipendenti del 2015 con una perdita di 722 unità.

Ancora più significativa nelle Marche la diminuzione nel comparto “autonomie locali” dove si è passati dai

14.824 dipendenti del 2010 ai 13.210 dipendenti del 2015 con una perdita di 1.614 unità.

Regione Marche – confronto 2010 – 2015 (personale stabile) (fonte Conto Annuale Ragioneria Generale dello Stato)

Comparto 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Sanità 20.152 20.059 19.802 19.628 19.518 19.430

Autonomie Locali 14.824 14.594 14.344 14.154 13.888 13.210

È esplosa l’età media nel sistema sanitario, ben oltre quella registrata nell’intera Pa.

Si sfonda infatti quota 50,1 anni e le proiezioni del conto annuale la collocano a 54,3 nel 2020.

Aumenta il ricorso a forme di lavoro precarie nel servizio sanitario. Dai dati rielaborati dalla Fp Cgil emerge che cresce

tra il 2014 e il 2015 la quota di personale non stabile (tempi determinati e formazione lavoro, interniali e co.co.co). In

questo quadro si inserisce lo stato dei servizi ai cittadini e del finanziamento al servizio sanitario nazionale, giudicato

“insufficiente e costantemente ridotto”.

Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni, dei dipendenti pubblici, è fatto di tante professioni: infermieri, educatori,

operatori socio sanitari, vigili del fuoco, agenti di polizia locale, assistenti sociali, geometri, mediatori culturali – solo per

citarne alcune – è fatto di persone che ogni giorno garantiscono i diritti fondamentali dei cittadini.

Le prolungate limitazioni al turn over stanno provocando danni irreversibili a partire dal drammatico invecchiamento dei

lavoratori pubblici con effetti immediati sul dinamismo degli apparati pubblici, in specie nei segmenti più “operativi”.

Un apparato pubblico in costante riduzione negli ultimi dieci anni ed in assenza di rinnovo contrattuale da sette anni.

Sette anni di sottrazione di risorse spacciata per razionalizzazione della spesa e di mancati investimenti nella qualità del

lavoro pubblico. Quello che vogliamo è tenere insieme la valorizzazione delle professionalità e il diritto dei cittadini ad

un’amministrazione pubblica sostenibile negli assetti, trasparente nell’uso delle risorse ed efficace nel dare risposte alle

comunità.

Ancona, lì 23 gennaio 2017