Da Infolampo: Tegola sui pensionati – Istat l’Italia invecchia
Nessuna misura nel Milleproroghe. Il governo intervenga
Una tegola rischia di abbattersi sui pensionati italiani che da febbraio potrebbero essere
costretti a restituire allo Stato parte della rivalutazione degli assegni risalente all’anno
2015.
Si tratta nello specifico dello 0,1% di differenza tra l’inflazione programmata e quella
effettiva su cui è stato calcolato
l’adeguamento al costo della vita delle
pensioni.Lo denuncia lo Spi-Cgil, rilevando
come nel decreto Milleproroghe non ci sia
l’intervento con cui si doveva risolvere la
questione.
In questo modo – sottolinea il Sindacato dei
pensionati della Cgil – tutte le pensioni
avranno una perdita di valore. Nel caso di
una pensione al minimo la perdita sarà di
6,50 euro all’anno e di 13 euro per una da
1.000 euro. Cifre che possono sembrare di
poco conto ma che incidono in particolare
sulle pensioni basse per le quali qualche euro
in più o in meno al mese fa la differenza.
Lo scorso anno il governo intervenne
rimandando questa restituzione a quando
l’economia fosse effettivamente in ripresa
neutralizzandone così gli effetti negativi. Anche quest’anno il governo si era reso
disponibile ad intraprendere la stessa strada ma per ora non lo ha fatto.
Lo Spi-Cgil chiede pertanto al Ministro Poletti di intervenire urgentemente per evitare che
si penalizzino ancora una volta milioni di pensionati italiani.
Leggi l’articolo di Ivan Pedretti sull’Huffingtonpost
Leggi tutto: http://www.spi.cgil.it/restituzione_pensioni_inflazione
Intervista a Camusso ‘Lavoro e giovani,
una svolta il governo ne tenga conto. Sui
voucher non trattiamo
Leggi l’intervista a La repubblica su
www.cgil.it
www.libereta.it
L’Italia invecchia, si riduce la speranza di vita
Nel suo Annuario l’Istat ha raccolto tutte le statistiche più recenti sul nostro Paese. Tra i dati più
significativi, la riduzione dei Comuni, che si fondono e scendono sotto quota 8 mila e l’aumento della
percezione di insicurezza. Diminuiscono i diplomati che si iscrivono all’università, ancora in calo le
nascite, mentre segna una battuta d’arresto la speranza di vita, che rimane comunque fra le più alte
nell’Ue.
Al 31 dicembre 2015 ogni 100 giovani ci sono 161,4 over65, da 157,7 dell’anno precedente. Sul
territorio, è la Liguria la regione con l’indice di vecchiaia più alto (246,5 anziani ogni 100 giovani)
mentre quella con il valore più basso è la Campania (117,3%), ma in entrambi i casi i valori sono in
aumento rispetto al precedente anno. Nell’Ue a 28 paesi, al 31 dicembre 2014 l’Italia si conferma al
secondo posto nel processo di invecchiamento della popolazione, preceduta dalla Germania che ha circa
160 anziani ogni 100 giovani.
Il declino della popolazione arginato solo in parte dalle migrazioni
La popolazione residente in Italia è di 60.665.551 persone (29.456.321 maschi e 31.209.230 femmine),
oltre 130 mila in meno rispetto all’inizio dell’anno. La differenza fra nascite e morti si conferma negativa
(-161.791), mentre quella fra iscrizioni e cancellazioni anagrafiche, sebbene positiva (+31.730), riesce
solo in minima parte a contenere il declino della popolazione. Anche il saldo con l’estero è positivo
(+133.123), ma in diminuzione rispetto al 2014. A livello territoriale, il calo si presenta piuttosto
omogeneo ma sono il Sud e le Isole a far registrare il maggiore decremento annuo (-0,3%).
Ancora in calo le nascite
Nel 2015 prosegue anche il calo delle nascite: i nati vivi sono stati 485.780 da 502.596 del 2014. Il
quoziente di natalità, uniforme sul territorio, scende a 8,0 nati per mille abitanti da 8,3 dell’anno
precedente.
Battuta d’arresto per la speranza di vita, ma è sempre fra le più alte nell’Ue
Il numero dei decessi cresce rispetto all’anno precedente e raggiunge le 647.571 unità (49.207 in più
rispetto all’anno precedente). Di conseguenza la speranza di vita alla nascita (vita media), dopo anni di
crescita costante, nel 2015 subisce una battuta d’arresto, passando da 80,3 anni a 80,1 anni per i maschi e
da 85,0 a 84,7 per le femmine.
Il numero di comuni torna sotto il livello di cinquanta anni fa
Storicamente l’Italia è il Paese delle tante municipalità. Al 1° gennaio 2016 sette comuni su dieci hanno
una popolazione pari o inferiore a 5 mila abitanti. Questa frammentazione amministrativa è comunque in
via di riduzione per effetto della politica di contenimento della spesa pubblica che sta incidendo sul
numero dei comuni, scesi ad aprile 2016 a 7.999 unità, un numero inferiore a quello rilevato dal
censimento del 1961. Il processo di unione dei comuni sta interessando al momento soprattutto le regioni
centro-settentrionali.
Inquinamento, traffico e parcheggio le principali preoccupazioni delle famiglie
Nel 2016 i problemi maggiormente sentiti dalle famiglie nella zona in cui abitano sono l’inquinamento
dell’aria (38,0%), il traffico (37,9%), la difficoltà di parcheggio (37,2%), la sporcizia nelle strade
(33,0%), la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (32,9%), il rumore (31,5%) e la qualità
dell’acqua di rubinetto (29,9%). In ultima posizione l’irregolarità nell’erogazione dell’acqua, che
costituisce un problema solo per il 9,4% delle famiglie ma è particolarmente sentito in Calabria e Sicilia
dove è segnalato rispettivamente dal 37,5% e dal 29,3% delle famiglie, mentre in Sardegna ritorna ai
livelli del 2014 con il 13,4% delle famiglie che lamentano questo problema. Nelle Isole si registra anche
la percentuale più alta di famiglie che dichiarano di non fidarsi della qualità dell’acqua di rubinetto
(58,6%).
Rifiuti speciali in calo, sempre al Nord il primato nella produzione
Si conferma in calo la produzione di rifiuti speciali, che nel 2014 ammonta a 130,5 milioni di tonnellate,
di cui il 6,8% costituito da rifiuti speciali pericolosi (fra questi, i veicoli fuori uso sono il 12,4%). Il
59,9% dei rifiuti speciali è prodotto nelle regioni del Nord, il 22,2% nelle regioni del Mezzogiorno e il
restante 17,9% in quelle del Centro.
Emergenza sisma
Nel 2016 ci sono stati due forti sismi di magnitudo 6,0 e 6,5 con epicentro nella zona al confine fra
Marche e Umbria che hanno provocato gravi danni in numerosi comuni dell’area. A partire dagli anni
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incertezze-timide-aspettative.html#more-7642