Confabitare e le ragioni di un NO
Mancano pochi giorni al referendum sulla riforma costituzionale e
per questo Confabitare l’associazione nazionale maggiormente
rappresentativa della proprietà immobiliare, ha deciso di
esprimere la propria opinione con la chiarezza di sempre, senza
alcuna ipocrisia. Confabitare, lo diciamo subito, si schiera sul
fronte del no. Un no, il nostro, che nasce dalla convinzione che la
riforma targata Renzi _ Boschi , sia un pastrocchio, una legge
disorganica e sbagliata, quindi da bocciare nel merito, al di là di
valutazioni e calcoli politici che ci interessano poco o nulla.
La disputa sulla riforma costituzionale, ha già assunto, e ancora
più assumerà con l’approssimarsi del voto, toni aspri e polemiche
roventi tra gli opposti fronti. Tutto questo non ci piace: siamo
convintamente per il no, ma non ci iscriviamo al partito di chi grida
allo”scempio della costituzione” o alla “democrazia in pericolo”.
No, qui non c’è nessun attacco alla democrazia né alla Carta del
1948, c’è semplicemente una legge pasticciata, ambigua, e
profondamente sbagliata, che quindi va rigettata, e respinta al
mittente.
Ma veniamo al merito. La riforma “epocale” su cui ha scommesso
il premier Renzi è in realtà ben poca cosa. Il nucleo centrale
riguarda il Senato, che non sparisce come qualcuno vorrebbe
farci credere, ma si trasforma in un organo non più eletto dai
cittadini e dimezzato nelle funzioni. Alberto Zanni, presidente
nazionale di Confabitare ha definito la riforma del Senato
“pasticciata e confusa”. Un pastrocchio, per cominciare, appare la
composizione della nuova assemblea di 100 senatori: 74
vengono designati dai consigli regionali, ma non si sa bene con
quali criteri; 21 sono rappresentanti dei Comuni, e anche qui non
è
chiaro chi li sceglierà. Infine ci sono 5 senatori nominati dal
Presidente della Repubblica: una vera assurdità. Se infatti la
nuova assemblea di Palazzo Madama vuole essere una sorta di
Camera delle Regioni o delle Autonomie, non si capisce il motivo
per cui il Capo dello Stato debba nominare dei Senatori.
Quanto alle competenze, la legge di riforma appare quantomeno
confusa: non è chiaro quali leggi siano di esclusiva competenza
della Camera, non è chiaro quando il Senato potrà richiamare
alcune leggi, e non è chiaro neppure quali saranno i confini di
competenza quando qualcuno solleverà dubbi di legittimità. Al
riguardo pare che la Corte costituzionale sia già sul chi va là
paventando una serie infinita di ricorsi.
E veniamo alla tanto sbandierata riduzione dei costi della politica,
tema assai caro al nostro premier. Obiezione facile facile: se si
voleva risparmiare davvero non era meglio diminuire
drasticamente il numero dei deputati e abolire tout court il
Senato?Attendiamo risposta. Crediamo di avere spiegato
esaurientemente le ragioni del nostro no.
Ufficio stampa
Confabitare