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Dopo Garanzia Giovani falliscono pure i tirocini

120524937-2939d6c8-5345-471f-895c-c0fde8fbd412Garanzia Giovani, a dispetto delle nuove prese in carico, rappresenta un esperienza molto negativa sul fronte della lotta alla disoccupazione. Le criticità in fase di profilazione, la scarsa adeguatezza dei centri per l’impiego, l’insussistenza dell’incrocio  fattivo tra domanda ed offerta, con il coinvolgimento pieno del maggior numero possibile di aziende ha generato alte percentuali di iscritti al programma Garanzia, ma di fatto in pochi hanno trovato lavoro. Ora al default  di Garanzia Giovani si aggiunge il fallimento dei tirocini a certificare l’inefficacia delle politiche del lavoro e dello sviluppo dell’esecutivo. Negli ultimi cinque anni, presi in esame, la trasformazione in contratti di assunzione non ha mai superato la soglia del 12%.  Il governo, con l’ineffabile Ministro del lavoro ha sempre ritenuto che alla fine degli incentivi sarebbe arrivata la ripresa e con essa la riduzione delle cifre terribili della disoccupazione. Di fatto i tirocini sono divenuti la nuova frontiera del precariato e neppure nelle fasi di crescita, lenta, ma pur sempre crescita, hanno lenito le lacerazioni profonde legate alla disoccupazione, in particolare quella giovanile. I tirocini extracurriculari sono stati 67.150 nel 2010, per passare ai 114.879 del 2015, ma il contratto a tempo indeterminato ha premiato solo l’11,85 di questi. All’interno del dato occorre poi sottolineare come questo è riferito ai tirocini di durata massima, mentre per quelli di durata breve la percentuale di trasformazione è ancora più bassa. I casi sono due, o il 90% dei giovani in cerca di lavoro è composto da soggetti scarsamente capaci, ovvero qualcosa non funziona nel sistema e tra giovani disoccupati e mondo del lavoro. Tutti gli strumenti ideati dall’esecutivo, Jobs Act, legge Fornero, Garanzia giovani, decontribuzione sulle assunzioni, non hanno orientato le scelte delle aziende, le quali hanno privilegiato e privilegiano le opportunità di risparmio, piuttosto che la formazione, quando un rapporto di tirocinio ha un costo tra i 400 e i 500 euro mensili. Strategie aziendali, che hanno visto un balzo notevole dei contratti di apprendistato non appena la decontribuzione sulle assunzioni è stata ridimensionata. Infatti anche in questo caso, come per i tirocini, il tasso di trasformazione in posti di lavoro stabili non ha mai raggiunto percentuali sensibili. Secondo i dati del sindacato nel 2013 su 229.351 rapporti di apprendistato attivati, quelli trasformati in contratti a tempo indeterminato sono stati solo 69.635, nel 2014 solo 69.271 su 231.084, l’anno successivo 85.352 su 184.196, mentre nei primi sei mesi di quest’anno su 133.081 rapporti attivati il numero delle trasformazioni ammonta a 50.129.  Le conseguenze del ridimensionamento degli incentivi si sono fatte sentire anche sui dati più generali dei contratti. Nei primi sette mesi del 2106 i contratti a termine sono saliti al 715, mentre quelli stabili sono scesi al 33%, con un forte ridimensionamento dell’apprendistato legato alle modifiche normative introdotte nel 2014, con particolare riferimento all’abbassamento della soglia minima dal 50 al 205 di stabilizzazione degli apprendisti per poter maturare il beneficio di stipulare nuovi contratti o la franchigia per le aziende con meno di cinquanta dipendenti. Il Ministro del lavoro difronte a questa situazione ostenta ottimismo ed anche recentemente ha difeso gli strumenti messi in campo dall’esecutivo per ridurre la disoccupazione. Il Ministro si è espresso in questo senso: “In più di un milione si sono registrati fino ad oggi a Garanzia Giovani, difficile definirlo un fallimento. L’apprendistato lo abbiamo semplificato e spero di poter dire che verrà stabilizzato. Quanto all’alternanza scuola-lavoro, abbiamo bisogno che diventi permanente. Pensiamo ad incentivi, ma vanno trovate le risorse”. A leggere i dati è lecito pensarla diversamente dal Ministro, a dir poco inadeguato al ruolo. Valorizzare il numero dei registrati a Garanzia Giovani e non analizzare l’intero dato, con gli effettivi occupati e come dire che ad una maratona si sono iscritti in 100.000, ma sono partiti solo in 5, questa è la realtà. La scommessa contro la disoccupazione, con questo esecutivo e con questo ministro è persa! Può non essere solo e soltanto colpa del governo, ma certo non aiuta avere ministri poco capaci, istituzioni impreparate a gestire i provvedimenti dell’esecutivo e una componente imprenditoriale “opportunista” e calcolatrice.

ARES