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Sisma, crolli, la Procura indaga!

si-scavato-per-tutta-la-notte-ansa-3bmeteo-74281Dopo la tragedia, dopo la conta dei morti, si spera definitiva e la prima sistemazione degli scampati ora nelle tendopoli e poi forse nei container, è l’ora delle riflessioni e della ricerca se possibile delle cause di tanta devastazione. In parte a questo quesito abbiamo risposto in un precedente articolo parlando di prevenzione, in un Paese nel quale questo vocabolo è sconosciuto, ma soprattutto è il momento di chiedersi il perché di tanta devastazione. Se da un lato sappiamo come il numero alto delle vittime è dovuto alla presenza nei paesi colpiti di turisti e parenti dei residenti con l’ultima coda di vacanza da fare, dall’altro le immagini a  getto continuo rimandate dalle tv forniscono alcune indicazioni preoccupanti. Non è raro vedere nei filmati di questi giorni pesanti tetti di cemento armato coprire un ammasso di pietre di pochi metri di altezza. Dai primi riscontri emerge che dopo il sisma dell’86 la Regione con proprie norme e regolamenti “indusse”  attraverso finanziamenti e regolamenti ad effettuare lavori di ristrutturazione con l’indicazione di realizzare opere in cemento armato, in particolare i tetti. Tetti in cemento armato basati su strutture portanti assolutamente inadeguate, muri in pietra arenaria, travi in legno, collassate alla prima forte ondulazione. I tetti con la loro pesantezza e rigidità hanno così schiacciato le case imprigionando gli occupanti. Per questo, dopo la tragedia si muove la Procura con il sostituto Saieva al fine di perseguire eventualmente il reato di disastro colposo. Potrebbe essere solo un atto dovuto, ma è importante capire se indicazioni e agevolazioni abbiano sortito un effetto negativo sulla staticità delle abitazioni.

ARES