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INRCA, ARRIVA LA SONDA A ULTRASUONI CHE “BRUCIA” IL TUMORE MA “SALVA” LA PROSTATA

focaloneMassima precisione con fusione immagini risonanza magnetica e eco 3d

 

Una sonda robotizzata ad altissima precisione che emette ultrasuoni in grado di aumentare la

temperatura delle cellule maligne fino a “bruciare” anche i più piccoli focolai tumorali. E’

l’innovativa apparecchiatura di ultima generazione in funzione all’Irccs Inrca – Istituto di

Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per Anziani di Ancona, con cui vengono eseguiti i primi

interventi in Italia di terapia focale localizzata contro il cancro alla prostata. L’apparecchiatura

“Focal One” è stata presentata venerdì 22 luglio alla presenza del presidente della Regione

Marche Luca Ceriscioli, di Giampaolo Giampaoli, Fondazione Cariverona e della direzione

strategica dell’Inrca. Unica sul panorama nazionale, unisce la tecnologia a ultrasuoni

focalizzati ad alta intensità Hifu – High Intensive Focused Ultrasound – impiegati nella cura di

diversi tipi di carcinomi, a un sofisticato sistema di puntamento che permette di salvaguardare

i tessuti sani. L’acquisto, del valore di 1 milione e 155 mila euro, è stato possibile grazie al

finanziamento del Ministero della Salute per un importo pari a 400 mila euro, di Regione

Marche e Fondazione Cariverona con 200 mila euro ciascuno.

“Le tecnologie in sanità oggi sono fondamentali. Per questo motivo – spiega il Presidente della

Regione Marche Luca Ceriscioli – si va verso le concentrazioni, verso i centri di alta

specializzazione. Poter contare su macchine come questa oggi presentata, che riesce ad

attaccare il tumore, lasciando intatto il tessuto attorno, con basso impatto in termini di

invadenza, significa offrire sicurezza, qualità, un alto livello di risposta e un buon servizio per i

nostri cittadini. È un’esigenza che va seguita in ogni settore, particolarmente in quello

sanitario, dove occorre concentrare le risorse per avere risultati di qualità. Lo possiamo

garantire grazie all’Inrca che è veramente una realtà straordinaria, in quanto si occupa del

tema dei temi, quello dell’anziano, che oggi è al centro dell’attività sanitaria. Poterlo fare con

queste modalità tecnologiche, con queste garanzie di qualità e con questa collaborazione,

significa dare tanta sicurezza ai nostri cittadini”.

“Il macchinario – spiega Marco Dellabella, direttore dell’Unità operativa di urologia Inrca –

rappresenta un’evoluzione rispetto alle tecniche tradizionali perché il solo a consentire

l’accurata selezione delle cellule malate”. Il sistema di puntamento si avvale di un software

specifico per la fusione di immagini che integra in tempo reale i risultati dell’ecografia 3D,

rilevati dalla sonda, con quelli della Risonanza magnetica multiparametrica. “Finora la terapia

focale nel cancro alla prostata aveva dei limiti dovuti all’affidabilità del mappaggio – chiarisce

Dellabella – mentre ora si interviene con un livello di precisione mai raggiunto prima, con

notevoli vantaggi dal punto di vista della qualità della vita del paziente, minimizzando effetti

collaterali come incontinenza e impotenza”. Il sistema garantisce infatti una straordinaria

accuratezza di intervento e un notevole passo in avanti nel trattamento, che si

contraddistingue per essere minimamente invasivo. La sonda robotica opera minuscole

incisioni cilindriche, in gergo “sigari”, del diametro di 1.7 mm e lunghe 5, le più piccole

consentite dalla tecnologia attuale. Permette inoltre di pianificare direttamente dal monitor

le aree su cui intervenire, tramite la semplice selezione con il mouse. “Il trattamento parziale –

conclude il primario – rappresenta un nuovo approccio scientifico e culturale nella cura della

neoplasia prostatica, a metà tra protocolli di sorveglianza attiva, che comportano alti livelli di

stress per il paziente a causa dei numerosi controlli nel tempo, e interventi più pesanti, come

l’asportazione totale della ghiandola”.

“Una risposta concreta – commenta Fabrizia Lattanzio, direttore scientifico – agli obiettivi

clinici della ricerca, orientata verso terapie che garantiscano risultati duraturi e tempi di

ospedalizzazione ridotti”. Il ricovero infatti è brevissimo, dalle 24 alle 72 ore. Già oggi, più

dell’85% dei pazienti sottoposti a terapia Hifu non presenta una ripresa della malattia e solo il

10% è rioperato. La totalità non ha problemi di incontinenza o di potenza erettile ad un anno

dal trattamento. Risultati destinati a migliorare, grazie ai nuovi macchinari HIFU. In Europa

sono pochi i centri a disporne: oltre all’Inrca in Italia, è presente in Francia, Germania,

Svizzera e Polonia.

Potenziata la prevenzione Con il nuovo apparecchio l’Inrca si colloca al centro di un

programma di collaborazione tra le unità urologiche del territorio marchigiano volto a

potenziare le opzioni di cura e di screening, mediante l’adozione di un protocollo clinico

condiviso. All’interno dell’Istituto è stato anche recentemente avviato il Percorso diagnostico-

terapeutico assistenziale del carcinoma alla prostata, che si compone di un team

polispecialistico formato da urologi, oncologi, radiologi e radioterapisti al fine di elaborare uno

schema comune per l’inquadramento diagnostico del tumore, con modelli di trattamento

altamente personalizzati. L’apparecchiatura inoltre, facilmente trasportabile, rende la metodica

attuabile in tutti i Centri ospedalieri della Regione. “Anticipa così – spiega Gianni Genga,

direttore generale – il concetto di trasferibilità e condivisione delle attrezzature ‘pesanti’

all’interno del Sistema sanitario regionale”.

La Fondazione Cariverona è “da sempre vicina a enti attivi nei temi della salute pubblica, della

ricerca scientifica, della formazione e dell'assistenza – commenta Giampaolo Giampaoli – e

l’Inrca racchiude la totalità di questi settori. Siamo fieri di contribuire alla promozione dello

sviluppo del sistema sanitario regionale e nazionale mediante uno strumento dedicato a

trattamenti innovativi nel campo dell’oncologia, in un centro la cui ricerca ha un forte impatto

sociale poiché applicata ad uno dei soggetti più fragili, l’anziano”.

Diagnosi in aumento Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 36 mila nuovi casi di

tumore alla prostata, per un totale di 9 mila vittime, che rappresentano l’8% dei decessi per

tumore. La neoplasia prostatica rappresenta circa il 20% di tutte le neoplasie nell’uomo ed è la

seconda causa di decesso, dopo quella polmonare, per l’uomo sopra i 50 anni. Interessa

prevalentemente gli over 65, ma l’età media dei soggetti si abbassa costantemente.

Ancona, 22 luglio 2016