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Da Infolampo: Pil – Conti

pilecontipubbliciPil, Istat: rallenta crescita economia

Prosegue la fase di crescita moderata dell’economia italiana sostenuta dal miglioramento dei ritmi

produttivi dell’attività manifatturiera e dai primi segnali di ripresa delle costruzioni, in presenza di un

recupero della redditività delle imprese e di un aumento dell’occupazione.

Segnali meno favorevoli provengono dai consumi, dal clima di fiducia delle famiglie e dalle imprese dei

servizi. In questo quadro, l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha segnato

un’ulteriore discesa, prospettando un

rallentamento nel ritmo di crescita

dell’attività economica nel breve termine. E’

questo lo scenario tratteggiato dall’Istat nella

nota mensile sull’andamento dell’economia

italiana.

Nel primo trimestre le performance delle

società non finanziarie hanno confermato la

tendenza al miglioramento dei mesi

precedenti: rispetto al trimestre precedente il

valore aggiunto è aumento dell’1,2%, il

risultato lordo di gestione dell’1,5% e gli

investimenti fissi lordi dell’1,0%. A questi

segnali corrisponde, tuttavia, indica l’Istat,

un’evoluzione modesta ed eterogenea degli

indici di fiducia nel secondo trimestre che

segnalano il lieve miglioramento dei giudizi

delle imprese manifatturiere e di costruzione

a fronte del peggioramento di quelli delle

imprese dei servizi di mercato e del

commercio.

In assenza di una quantificazione dei possibili effetti economici dell’esito del referendum del Regno

Unito, sottolinea l’istituto di statistica, l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha

evidenziato un’ulteriore decelerazione, proseguendo la tendenza in atto da inizio anno

INFLAZIONE – Per quanto riguarda invece l’inflazione le attese degli operatori non evidenziano

orientamenti molto differenti rispetto al recente passato confermando prospettive di una inflazione ancora

debole.

Oltre la metà dei consumatori continua ad aspettarsi prezzi al consumo stabili nei prossimi dodici mesi

mentre tra i produttori di beni di consumo le indicazioni di possibili aumenti nel breve periodo rimangono

molto limitate.

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economia_R8eqjgPUFZ9AJ2sYjcba8N.html

Spi Cgil Fnp Cisl Uilp Uil Marche:

Attivo unitario sulla non autosufficienza

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È ora che il governo inizi a fare i conti con la realtà

La situazione dei primi mesi 2016 ha subito un peggioramento. A dimostrarlo l’Indice di ripresa della

domanda effettiva, che torna a registrare un valore negativo (meno 0,5). Il punto della Cgil nel sesto

numero dell’Almanacco dell’economia

“L’andamento dell’economia continua a essere lontano dalla ripresa e gli squilibri macroeconomici

globali aumentano”. È quanto si legge nel sesto numero dell’Almanacco dell’economia, curato dall’area

delle Politiche economiche della Cgil. Per il sindacato di Corso d’Italia, “le politiche monetarie

accomodanti messe in campo dalle economie avanzate, se non accompagnate da politiche fiscali e di

bilancio altrettanto espansive, rafforzano la trappola della liquidità e accentuano le disuguaglianze senza

risolvere la crisi occupazionale e la deflazione, soprattutto in Europa”. In questo quadro, la previsione

delle conseguenze economiche e sociali della Brexit, per l’Europa e per la Gran Bretagna, risulta

“complessa”.

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Se rivolgiamo lo sguardo al nostro Paese, e “facciamo i conti con la realtà”, è facile rendersi conto, spiega

la Cgil, “che la situazione economica dei primi mesi del 2016, come rilevano i dati diffusi dall’Istat, ha

subito un brusco peggioramento”. A dimostrarlo anche l’Indice di ripresa della domanda effettiva (Iride),

l’indicatore economico elaborato dalla Cgil, che “dopo una variazione positiva dell’ultimo trimestre 2015

torna a essere pari a meno 0,5”, prefigurando ancora una volta, per l’anno in corso, una crescita inferiore

alle attese, sia quelle del governo (che nel Def 2016 prevede una variazione del Pil dell’1,2%), sia delle

principali istituzioni (la Banca d’Italia nelle proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana del 6

giugno 2016, rivede al ribasso le previsioni precedenti).

In Italia il Pil cresce appena dello 0,3% a livello congiunturale, conquistando l’ultimo posto rispetto

all’area euro, a Germania, Francia e Regno Unito. Mentre la crescita è tutta affidata alla domanda interna:

nel mese di aprile il commercio estero continua a essere fermo. Come dimostrano i conti nazionali

trimestrali, nei primi tre mesi del 2016, il contributo alla variazione del Pil dato dalla domanda interna è

pari solo allo 0,2%, mentre quello della domanda estera scende addirittura dello 0,2%, praticamente,

sottolinea la Cgil, “a far crescere il Pil è la variazione delle scorte”. L’Almanacco evidenzia quindi che

“la tendenza alla deflazione è confermata, il mercato del lavoro mostra ancora segnali negativi e i livelli

pre-crisi sono lontanissimi”.

Per la Cgil la strada della ripresa sarà possibile “solo attraverso un nuovo intervento pubblico in economia

per la creazione di occupazione”, come previsto nel Piano del lavoro elaborato dalla stessa

confederazione di Corso d’Italia, e con l’aumento dei salari reali, “a partire dai contratti nazionali, come

richiesto nella piattaforma unitaria per un moderno sistema di relazioni industriali”.

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