VENERDÌ 20 MAGGIO 2016 NELLE MARCHE SCIOPERANO
Lo hanno capito tutti: il lavoro pubblico ha pagato un prezzo troppo alto. La Corte dei Conti
e l’Istat lo certificano : mentre la spesa pubblica è cresciuta di 200 miliardi di euro in 10 anni, il
costo del lavoro pubblico è sceso sensibilmente, insieme al valore reale dei salari ed i dipendenti
sono diminuiti di 370mila unità. Con lo SCIOPERO lo spiegheremo anche ai cittadini marchigiani,
perché il nemico pubblico numero uno è evidentemente un altro, è la spesa che non produce né
servizi né stimoli all’economia, ma solo rendite. La spesa che nessuno osa toccare.
Servono costi standard per eliminare sprechi e garantire un’oculata gestione dei soldi pubblici.
Bisogna recuperare risorse, non effettuare ulteriori tagli, migliorare i servizi a cittadini e
imprese. Investire nella professionalità di chi da troppi anni è privato del diritto al contratto,
assumere giovani qualificati, a partire dai vincitori di concorso, garantire il turn over,
stabilizzare i precari. Le risorse ci sono, ma sono investite male e in modo non sempre limpido.
SARÀ SCIOPERO
CGIL CISL UIL chiedono al Governo la stipula di un contratto nazionale triennale che contenga
per tutti i comparti il riconoscimento di 150 euro medi a regime a titolo di rinnovo, l’attivazione
di relazioni sindacali improntate al rafforzamento degli istituti della partecipazione e a sancire
definitivamente l’esigibilità della contrattazione da finanziare anche con la lotta ai veri
sprechi ed alla spesa improduttiva, l’individuazione di una disciplina utile a superare i vincoli
della legge Fornero e a stabilire forme di flessibilità in uscita che prendano in considerazione i
lavori usuranti come ad esempio quelli del personale addetto all’assistenza sanitaria, al lavoro di
cura e polizia locale. Per quanto riguarda invece la Sanità Privata ed il Terzo Settore: si
chiede di definire due grandi cornici contrattuali, quella della filiera dei servizi sanitari e quella
dei servizi assistenziali. L’obiettivo è di dare certezze normative ed economiche a lavoratori
che subiscono un dumping contrattuale ormai inaccettabile e la precarietà relativa a tali
settori dovuti anche alla poca chiarezza degli appalti.
Sulle nostre proposte e sulla qualità dei servizi da garantire intendiamo coinvolgere e creare
alleanze con la società civile a livello territoriale attraverso una mobilitazione capillare che –
individuando anche le ragioni del disagio degli utenti – si confronti con le esigenze di
valorizzazione delle professionalità e di garanzia di un lavoro dignitoso per i lavoratori dei
servizi.