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Da Infolampo: Spesa sanitaria e voucher

contributo-spese-sanitarie-farmaci“Cresce divario tra spesa sanitaria italiana e altri Paesi Ue”.

Aumentano i ticket e i casi di rinuncia alle cure. Promossi i Piani di rientro.

Gli importi destinata alla spesa sanitaria sono inferiori della metà a quelli dei tedeschi e del 20% a quelli francesi. La compartecipazione dei cittadini nel 2013 costituiva il 3,2% della spesa complessiva, a fronte di importi ben più contenuti in Germania (1,8%) e Francia (1,4%). Quanto ai farmaci innovativi ci si chiede se “l’equilibrio finanziato mantenuto non dipenda solo da sconti, payback e prezzi inferiori alla media Ue”.

di Giovanni Rodriquez

“I primi dati sul consuntivo del 2015 confermano le tensioni sul fronte della spesa sanitaria. I risultati di esercizio (considerando le aziende in avanzo e alcune correzioni) presentano un seppur limitato peggioramento: le perdite aumentano dagli 870 milioni del 2014 a circa 1 miliardo, quale effetto di una sostanziale invarianza dei ricavi a fronte di un lieve aumento dei costi. Considerando le ulteriori coperture contabilizzate nei CE (ma non ancora validate dai Tavoli di monitoraggio), nel complesso si registra un avanzo di 346 milioni rispetto all’utile di 148 milioni dello scorso anno”. Questo quanto certificato nel rapporto 2016 della Corte dei Conti sul coordinamento della finanza pubblica.

I giudici contabili sottolineano in particolare come, negli anni della crisi, il contributo del settore sanitario al risanamento sia stato di rilievo: “una flessione della spesa in media di 2 punti all’anno, in termini reali, tra il 2009 e il 2014″. Tutto ciò ha fatto sì che si ampliasse ulteriormente il divario con gli altri Paesi in termini di risorse (pubbliche e private) destinate alla spesa sanitaria: “gli importi sono oggi inferiori della metà a quelli tedeschi e del 20 per cento a quelli francesi”.

“Nonostante gli indicatori di performance del settore continuino a porre il sistema italiano tra quelli che garantisce i migliori risultati – si spiega nella relazione – l’allungamento della vita e il progressivo

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www.cgil.it

Lavoro: Cgil, voucher strumento da sostituire, maschera elusione

Roma, 22 marzo – “Il voucher è uno strumento che va sostituito, come proponiamo nella nostra Carta dei diritti: maschera elusione ed è una forma di precariato estremo e povero che svantaggia ulteriormente soggetti già deboli nel mercato del lavoro. Vedremo come interverrà il Governo per modificare il decreto 81/2015, intanto si apra un confronto serio sul tema”. Così la segretaria confederale Serena Sorrentino commenta i dati del report sull’utilizzo dei voucher per le prestazioni di lavoro accessorio di ministero del Lavoro e Inps e l’annuncio del Governo di un decreto correttivo al Jobs act.

“Dal report – spiega Sorrentino – emerge chiaramente un dato: 1,4 milioni di percettori nel 2015 sono l’effetto della liberalizzazione a tutti i settori e a tutte le tipologie di fruitori del lavoro accessorio, fino a quando questo è stato ben delimitato il suo uso era fisiologico e circoscrivibile”.

“Secondo Inps e Ministero – continua la dirigente sindacale – un voucher su tre va agli under 25 e le donne rappresentano il 52 per cento dei percettori per importi riscossi mediamente molto bassi, circa 600 euro. Si tratta quindi – ribadisce – di una forma di precariato estremo e povero che svantaggia i soggetti già deboli sul mercato del lavoro”.

“Il Governo annuncia misure per la tracciabilità che rispondono all’esigenza di fare chiarezza in questo mondo grigio in cui sommerso e irregolare si sovrappongono, ma oramai – prosegue la segretaria confederale della Cgil –  i voucher sono concorrenti del lavoro subordinato per diffusione e il dato così basso sulla retribuzione fa sorgere il sospetto che coprano molto lavoro nero”.

Per Sorrentino “così come è, l’istituto del voucher è sbagliato e va ricondotto alla sua origine, e ai lavoratori fruitori vanno riconosciuti dei diritti. Puoi essere operaio, bagnino, educatore, autista, consulente, qualsiasi lavoro viene considerato uguale, non hai nessun diritto e la quota di 2,50 euro sui 10 euro nominali del buono divisi tra previdenza e assicurazione sono veramente insufficienti a garantire minime coperture”, sostiene.

“Per questo – sottolinea Sorrentino – nella nostra Carta dei Diritti proponiamo il superamento dei voucher e un nuovo tipo di lavoro occasionale che risponda alle esigenze temporanee e limitate con norme antielusive e diritti per i lavoratori”.

A proposito dell’annunciato intervento del Governo la dirigente sindacale dichiara: “Vedremo quali saranno le correzioni al decreto 81/15, ma se rimane la liberalizzazione temiamo che l’unico esito sarà una mappatura più certa. Lo stesso ministro Poletti – continua – afferma che, grazie all’attività ispettiva, si conferma come le violazioni più ricorrenti in tema di voucher siano rappresentate dall’utilizzo del lavoratore per più ore o più giornate rispetto a quelle dichiarate, oppure dal pagamento della retribuzione in parte attraverso buoni lavoro e in parte ‘in nero’”. Per la segretaria confederale Cgil “la tracciabilità così come è annunciata non serve a contrastare questi illeciti, rimarranno milioni di lavoratori in un’area grigia senza diritti, nuovi poveri e sempre più precari”.

“Rifletta il Ministro, a cui più volte la Cgil ha proposto un confronto serio sul tema per modificare la legge nell’interesse comune di creare buona occupazione. Questa ingiustizia va cancellata – conclude Sorrentino –  e nelle prossime settimane raccoglieremo milioni di firme a sostegno della nostra proposta di Carta dei diritti universali del lavoro”.

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