Renzi, medioman e la strategia del dolore
“Renzi vola in Spagna”, risultati in Google search: 194.000 (circa)
Il nostro è un paese dove il dolore è sempre preda dei politici, farsi vedere in eventi sporti ed eventi tragici
ha un impatto mediatico sull’elettorato che non è sconosciuto alla casta. Maestro di tutto questo è
sicuramente i l premier Renzi, in politica da quando aveva 16 anni, 0 giorni di lavoro, ha imparato in fretta
che è meglio twittare che produrre. Irriso in ogni assise europea ove si presenta, leone in casa, pecora
oltralpe, ha da molto tempo scoperto che è meglio frequentare i salotti televisivi, possibilmente con
giornalisti compiacenti, che le aule parlamentari. Imitato in questo dal Ministro Poletti, personaggio più
adatto a gestire una birreria di Francoforte che una bottega, ritrovatosi senza arte né parte a fare il
ministro, sfruttano la multimedialità moderna ai massimi livelli.
Le leggi le annunciano in televisione, così come le riforme, scatenando le reazioni dell’opposizione, più di
forma che di sostanza, comunque sterili. Quindi in uno scenario dove la deflazione impera, dove i numeri
statistici sono impietosi con l’esecutivo, ecco il colpo da maestro di Renzi, il dolore. La tragedia del pullman
in Spagna è l’occasione giusta, un dramma privato diventa l’ideale palcoscenico per l’esposizione mediatica
della politica. Se fosse volato privatamente a portare un comunque inutile e non richiesto cordoglio in
Spagna a famiglie italiane, cui avrebbe potuto comunque esprimerlo sul suolo patrio, si sarebbe anche
potuto capire. Ma la cialtroneria non ha limiti, la partenza del leader maximo della Leopolda è stata
annunciata a reti unificate e passata su tutte le radio, le televisioni ed i giornali, le agenzie sono state
sommerse dal messaggio che il nostro esimio stava volando, forse con le sue ali, in terra iberica,
all’atterraggio le foto di rito, ogni lacrima un voto in più, il tragico teatrino della politica non si ferma
davanti a niente.
MAURIZIO DONINI