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Su Tagliata si sta esagerando!

tagliataNon abbiamo mai trattato il caso. Per scelta redazionale lasciamo alla cronaca, in particolare quella più cruda pochissimo spazio, convinti di non dover venir meno al dovere di cronaca, ma neppure di dover enfatizzare episodi criminali o efferati delitti. Così per settimane ci siamo volutamente astenuti dal trattare il caso del duplice omicidio di Ancona dei coniugi Giacconi, uccisi dal fidanzatino della figlia, tale Tagliata. In queste settimane abbiamo assistito con un certo stupore e diciamo pure un senso di fastidio il clamore mediatico e non intorno all’omicida. Quel Tagliata che in pose spavalde prima del duplice omicidio si immortalava in palestra in pose da pugile o “teneramente” avvinto alla propria ragazza, ed ora, dopo essere finito in cella tenta più volte il suicidio, appare fuori di senno, compie ripetutamente gesti autolesionistici, dichiara di essersi sentito minacciato dalla vittima, Giacconi, in quanto in possesso di una sciabola, peraltro mai trovata nella sua abitazione. “Giustamente” i suoi famigliari protestano per la detenzione fuori dalle Marche in quel di Torino, protestano per il regime carcerario, dichiarano che il loro congiunto “sarebbe in uno stato di grave depressione psichica e fisica, un fantasma in procinto di morire”. Bene, ammettiamo pure che il Tagliata non si trovi a suo agio in carcere, ma cosa si aspettava? Ammettiamo pure che una perizia sancisca alcuni elementi di disagio, sarebbe pure normale, dopo un duplice omicidio senza senso e per il quale si invoca la manipolazione dell’imputato da parte della ragazza alla quale era legato. Potere delle donne! La verità, o almeno quella che riteniamo essere plausibile, è la debolezza del Tagliata, l’incapacità di elaborare la gravità del gesto compiuto e la volontà di schivare almeno in parte le responsabilità, gravissime. Non ci sono altre ragioni. Può anche star male è naturale, dopo aver ucciso due persone innocenti, ma vorremmo dire due genitori eccezionali, che avevano tentato invano di mettere in guardia la loro figlia adolescente. Ora Tagliata precipitato nel baratro, senza più l’onnipotenza dell’arma in mano, si spacca la testa conto l’inferriata della cella o ingurgita detersivo, non è questo il modo di scontare la pena e nemmeno gli sovviene l’idea di chiedere perdono o di mostrarsi pentito per il dolore procurato, senza voler aggiungere il resoconto sconvolgente delle intercettazioni nelle quali il Tagliata ricostruiva con i famigliari le sequenze del duplice omicidio.

r.an