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Banca Marche: l’inchiesta potrebbe prevedere più di 30 indagati

000bancamarche004Crediti facili concessi a gruppi imprenditoriali, senza adeguate garanzie, per centinaia di milioni di euro mentre le casse di Banca Marche si svuotavano; bilanci redatti in assenza delle necessarie rettifiche di crediti per posizioni «deteriorate»; «ingiusti profitti» ottenuti da ex vertici BM che avrebbero agito anche per farsi liquidare lauti bonus per i «falsi risultati positivi esposti». Riguardano in sostanza questi tre filoni gli addebiti mossi dalla procura di Ancona nell’inchiesta a carico di 37 indagati – uno deceduto – tra ex amministratori di BM e di Medioleasing, componenti del vecchio Cda e imprenditori.

L’indagine, avviata a fine 2013, è alle battute finali. I reati contestati a vario titolo vanno dall’appropriazione indebita aggravata alla corruzione tra privati, falso in bilancio e in prospetto, false comunicazioni sociali e ostacolo all’esercizio della vigilanza.  Dodici persone devono rispondere di associazione per delinquere: gli ex presidenti di Banca Marche Lauro Costa e Michele Ambrosini, l’ex vice presidente Tonino Perini, l’ex direttore generale Massimo Bianconi, il suo vice Stefano Vallesi e gli ex dg di BM Leonardo Cavicchia, Pier Franco Giorgi, Claudio Dell’Aquila. Stesso addebito contestato anche all’ex dg di Medioleasing Giuseppe Barchiesi, all’allora vice direttore generale della spa Fabio Baldarelli, all’ex capo dei servizi commerciali Daniele Cuicchi e all’ex vice direttore Giorgio
Giovannini.