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Polizia viene a capo dell’aggressione al montegiorgiese B.P.

000gioielliSi è conclusa con la denuncia da parte della Polizia di Stato di Fermo di quattro italiani per lesioni gravi e di un cittadino albanese per furto e calunnia l’intricata vicenda che è emersa in  seguito al ricovero presso l’ospedale civile di Fermo di B.P., nato a Montegiorgio nel 1976, soccorso dai sanitari nella nottata del 5 dicembre u.s. per fratture multiple agli arti  , con prognosi superiore ai 60 giorni.

I fatti. Verso le 01.30 di sabato 5 dicembre la centrale operativa del Commissariato veniva allertata dai sanitari del Pronto Soccorso dell’ospedale di Fermo che stavano prestando assistenza ad un uomo con numerose ferite e fratture dovute ad aggressione.

Ripresosi dal trauma e dallo spavento, l’uomo riferiva di essere stato aggredito da suoi conoscenti perché ritenuto responsabile di un furto nell’abitazione di un suo parente avvenuto la precedente domenica 29 novembre. In particolare riferiva di essere stato invitato ad un giro in auto da un suo conoscente, che insisteva nel chiedergli notizie sul furto ritenendolo coinvolto, il quale poi aveva fatto salire un altro uomo sconosciuto che si spacciava per poliziotto, e lo aveva portato in campagna lungo il fiume Tenna. Lì i due, successivamente raggiunti dal derubato e da un’altra persona, ancora avevano cominciato a picchiarlo con una sbarra di ferro per fargli confessare il delitto.

Quando alla fine è risultato evidente che B.P. non aveva informazioni da dare, veniva abbandonato sul ciglio della strada e minacciato di riferire ai sanitari di essere stato investito da un’auto pirata.

Sulla base delle dichiarazioni della vittima, gli investigatori del commissariato risalivano non solo all’identità degli autori noti, ma anche al sedicente poliziotto e tutti e quattro venivano denunciati all’A.G. per lesioni gravi. Al derubato, T.M. , fermano del 1965, veniva anche ritirata cautelarmente un’arma da caccia legalmente detenuta.

Le indagini però proseguivano anche nella direzione indicata dagli autori dell’aggressione, assolutamente convinti della responsabilità nel furto di un cittadino albanese, K.D. nato 1993, amico della vittima e che aveva auto screzi per motivi di lavoro con T.M.

Questi, messo alle strette, indicava come possibile autore del reato un cittadino marocchino risultato del tutto estraneo alla vicenda, ma successivamente, consapevole della gravità delle sue azioni, ammetteva la sua responsabilità e consentiva il ritrovamento dell’oro rubato, che è stato infine restituito al suo legittimo proprietario.