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Rocca di Montevarmine, la bella addormentata!

000roccamontevarmine“In questi giorni si è riacceso il dibattito intorno ai destini di Rocca Montevarmine. Uno degli asset più importanti, economicamente rilevante e strategicamente unico del Comune di Fermo. Dopo l’inerzia della passat amministrazione il pd ha tirato fuori dal cilindro alcune proposte, analogamente si è mossa la lista Rossi e l’Amministrazione Comunale che propende per un progetto agricolo integrato” Noi vi riproponiamo quello che almeno due anni addietro avevamo ipotizzato e suggerito agli amministratori dell’epoca, sordi e grigi!

Decisamente il project financing non porta bene al Comune di Fermo, tanto quello del comparto di piazzale Azzolino, quanto quello riguardante la Rocca di Montevarmine sono finiti in una bolla di sapone.

Se non  fosse per le opportunità perdute, l’una un bel pezzo di centro storico inserito in un progetto complessivo di rilancio e l’altro forse, eccellente sul piano progettuale, ma carente sulla determinazione dell’ente proprietario di effettuare la valorizzazione.

Valorizzazione fin dal 2005 perseguita più forse con l’intento di avviare sulla Rocca di Montevarmine un regime concessorio molto lungo, piuttosto che una alienazione con ricavi consistenti.

La Rocca è uno di quei patrimoni unici, per dimensioni, 670 ha, per caratteristiche, posta a metà strada tra i monti Sibillini e il Mare Adriatico, per le sue particolarità storiche, per i suoi edifici e per il contesto nel quale si dipana.

In tempi grami come l’attuale, con bilanci difficili da chiudere, pesanti richieste di imposte da dirottare sui cittadini, con servizi a rischio ridimensionamento l’imperativo categorico è valorizzare al meglio per far entrare nelle casse comunali quanti più denari possibile, per una serie di motivi.

          l’azienda agricola unitaria di Rocca Montevarmine non funziona e non produce reddito significativo per il Comune;

          gli edifici, ancorché di natura storica e sotto protezione della Sovrintendenza non sono produttivi di reddito e con il passare degli anni subiscono un degrado colpevole e vanno incontro a costi insostenibili di manutenzione;

          gli ex affittuari di fatto sono gli autentici beneficiari di tanta ricchezza e sono anche un sensibile gap alla valorizzazione del comparto;

La vendita, utile per far fronte alle numerose emergenze del Comune di Fermo, rilancio del Centro Storico, riqualificazione delle frazioni, opere infrastrutturali, quali strade, parcheggi, terminal, centri direzionali e scolastici avanzati, rimodulazione della pressione fiscale attraverso le aliquote IMU e Tares, stimolo alle attività produttive su tutto il territorio cittadino ed infine spronare la realizzazione di strutture ricettive anche attraverso la riconversione parziale della forte presenza di campeggi.

Per tutto questo e per molto altro ancora, di cui la città ha necessità per il suo ruolo, presente e futuro, sarebbe opportuno un bando internazionale per avere dimostrazioni di interesse per una Rocca Montevarmine intera o intelligentemente frazionata in almeno tre comparti, sciogliendo nel contempo lacci e laccioli, barriere burocratiche e vincoli anacronistici scarsamente utili ad una piena e utile valorizzazione della Rocca per tutto il territorio.

Più tardi si avanzerà su questa strada più oneri dovranno sostenere i cittadini non potendo disporre delle risorse liberate da un complesso non gestibile dall’Ente pubblico e neppure valorizzabile nell’ipotesi, francamente irreale, di trovare le risorse necessarie per farne uno splendido comprensorio tra mare e monti.

Oggi siamo fermi ai temi del rimpasto, la città, i suoi cittadini pazienti, possono attendere, a Giugno l’IMU, a Settembre le addizionali IRPEF e a Dicembre la Tares, con buona pace dei consumi, che continueranno a scendere e le attività pian piano a scomparire.

 

 

renzo paccapelo