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LAVORO, NON MANCE…

000illavoroprimaL’ultima sortita, in stile prima Repubblica, del premier Renzi riguarda il bonus da 500 euro per i diciottenni dedicato alla cultura.

A ruota, siccome la madre cretini è sempre incinta, arrivava il profluvio del ministro Poletti sull’utilità della laurea “prima possibile” anche con voti bassi.

Due cretinate globali. La prima una autentica mancia destinata a “carpire” il consenso dei nuovi elettori senza alcun riscontro pratico sulla possibilità effettiva di trovare un lavoro. Con la conseguenza, tragica, come oramai avviene per la gran parte dei provvedimenti governativi, di un appesantimento del deficit, con conseguenze per i contribuenti nel prossimo anni fiscale. Il premier a caccia di consensi non trova di meglio che affidarsi ad una serie di bonus, alcuni giusti e sacrosanti, ma venati senza ombra di dubbio da interessi clientelari ed elettoralistici. Infatti se è fuor di dubbio investire in sicurezza, sia dal lato dotazioni, mezzi, tecnologie è fuor di dubbio che gli operatori della sicurezza debbono essere trattati molto meglio di quanto lo sono adesso, tutti gli operatori, a cominciare dalla polizia penitenziaria, ai carabinieri, alla polizia di stato, alla guardia di finanza, partendo innanzitutto dalla razionalizzazione dei corpi e dalla maggiore efficacia ottenuta con una specifica dei compiti ed un coordinamento effettivo sul piano territoriale. Per i giovani serve un PIANO vero di rilancio dell’economia, sgravi fiscali sempre promessi e rinviati nell’incapacità di reperire risorse, tagliando la spesa. Non a caso l’ultimo “commissario” alla spending review si è dimesso vista la sordità dell’esecutivo su questo aspetto fondamentale del reperimento delle risorse. Oggi si taglia le spese ministeriali per finanziare delle “mance”, senza nessuna efficacia pratica, anzi nel caso dei giovani assolutamente diseducative.

Per non parlare poi della sortita del ministro poletti, non nuovo a boutade di gran rilievo. Per questo improvvisato ministro i giovani dovrebbero laurearsi prima possibile senza badare al voto. In parte la considerazione può essere condivisibile, ma una laurea conseguita con voti bassi e quindi scarsa cultura a cosa servirebbe? Forse per poter partecipare a concorsi statali! Le aziende, il mondo del lavoro, quello vero, chiede competenze, che l’attuale sistema scolastico e universitario non fornisce. Quindi il ministro poletti, piuttosto che cercare un po’ di visibilità sulla stampa, provveda  a presentare, se ne è capace, provvedimenti in grado di migliorare la qualità delle nostre scuole, facendone centri di eccellenza. Solo in questo caso la possibilità di trovare un lavoro, vero e seriamente retribuito saranno effettive, non i palliativi alla jobs act o altre trovate estemporanee.

ARES

 

L’ultima sortita, in stile prima Repubblica, del premier Renzi riguarda il bonus da 500 euro per i diciottenni dedicato alla cultura.

A ruota, siccome la madre cretini è sempre incinta, arrivava il profluvio del ministro Poletti sull’utilità della laurea “prima possibile” anche con voti bassi.

Due cretinate globali. La prima una autentica mancia destinata a “carpire” il consenso dei nuovi elettori senza alcun riscontro pratico sulla possibilità effettiva di trovare un lavoro. Con la conseguenza, tragica, come oramai avviene per la gran parte dei provvedimenti governativi, di un appesantimento del deficit, con conseguenze per i contribuenti nel prossimo anni fiscale. Il premier a caccia di consensi non trova di meglio che affidarsi ad una serie di bonus, alcuni giusti e sacrosanti, ma venati senza ombra di dubbio da interessi clientelari ed elettoralistici. Infatti se è fuor di dubbio investire in sicurezza, sia dal lato dotazioni, mezzi, tecnologie è fuor di dubbio che gli operatori della sicurezza debbono essere trattati molto meglio di quanto lo sono adesso, tutti gli operatori, a cominciare dalla polizia penitenziaria, ai carabinieri, alla polizia di stato, alla guardia di finanza, partendo innanzitutto dalla razionalizzazione dei corpi e dalla maggiore efficacia ottenuta con una specifica dei compiti ed un coordinamento effettivo sul piano territoriale. Per i giovani serve un PIANO vero di rilancio dell’economia, sgravi fiscali sempre promessi e rinviati nell’incapacità di reperire risorse, tagliando la spesa. Non a caso l’ultimo “commissario” alla spending review si è dimesso vista la sordità dell’esecutivo su questo aspetto fondamentale del reperimento delle risorse. Oggi si taglia le spese ministeriali per finanziare delle “mance”, senza nessuna efficacia pratica, anzi nel caso dei giovani assolutamente diseducative.

Per non parlare poi della sortita del ministro poletti, non nuovo a boutade di gran rilievo. Per questo improvvisato ministro i giovani dovrebbero laurearsi prima possibile senza badare al voto. In parte la considerazione può essere condivisibile, ma una laurea conseguita con voti bassi e quindi scarsa cultura a cosa servirebbe? Forse per poter partecipare a concorsi statali! Le aziende, il mondo del lavoro, quello vero, chiede competenze, che l’attuale sistema scolastico e universitario non fornisce. Quindi il ministro poletti, piuttosto che cercare un po’ di visibilità sulla stampa, provveda  a presentare, se ne è capace, provvedimenti in grado di migliorare la qualità delle nostre scuole, facendone centri di eccellenza. Solo in questo caso la possibilità di trovare un lavoro, vero e seriamente retribuito saranno effettive, non i palliativi alla jobs act o altre trovate estemporanee.

ARES