Attualità a cura di Maurizio Donini

Il Ministro Orlando non gioca alla playstation 4!

000ps4Terrorismo, il ministro Orlando: “Intercettare anche chat sulle Playstation”

E’ necessario dire che il ventennio berlusconiano ha fornito succoso materiale ai nostri comici, Crozza

spesso l’ha ringraziato, il governo Renzi sicuramente non è da meno, probabilmente hanno stipulato anche

un patto del Nazzareno in stile Zelig. Ultimo in ordine di tempo è stato il ministro della Giustizia Andrea

Orlando, fin dalla più tenera età in politica, una certa rassomiglianza con mr. Bean che ne fa un candidato

ideale in questo ambito, vari ruoli ricoperti in attività produttive e di bilancio, una maturità scientifica, poi

ministro dell’Ambiente ed improvvisamente catapultato alla Giustizia. Ora il suddetto è probabilmente un

appassionato della generazione “cultura da Facebook”,  dove il sapere si basa sul “lo dicono tutti”, ha

dichiarato che “La rete offre numerose opportunità di comunicazione, nelle indagini antiterrorismo è stato

segnalato anche l’uso delle playstation, per questo ogni forma di messaggio va monitorata con nuovi

strumenti”.

L’ignoranza si sa che permea in modo indelebile la società moderna, due giorni dopo gli attentati di Parigi, il

Mirror Online aveva riportato una dichiarazione, basata non si sa bene su che informative, del ministtro

belga dell’Interno Jan Janbon,  secondo cui i terroristi potrebbero aver usato la PlayStation 4s per

comunicare con i vertici dell’Isis immediatamente prima degli attacchi. Il 17 novembre il sito di Le Monde

scriveva che le dichiarazioni di Jambon erano “precedenti alla strage” e “non hanno niente a che vedere

con l’inchiesta su Parigi”. Lo stesso giorno la Sony stessa diffuse un comunicato per precisare che “la PS4 ha

il potenziale di poter essere abusata, tuttavia, prendiamo molto seriamente la responsabilità che abbiamo

nella protezione dei nostri utenti e li invitiamo a segnalare le attività sospette, offensive o illegali. Quando

vengono segnalate, prendiamo sempre misure appropriate in collaborazione con le autorità competenti e

continueremo a farlo”. Giova ricordare come i server della Playstation siano stati bucati facilmente e senza

particolari problemi negli anni passati causandone anche ripetute chiusure, pensare che dei terroristi usino

un sistema così malleabile mentre giocano a qualche sparatutto se non a Tetris appare alquanto

inverosimile, così come le notizie riportate non indicano mai la fonte.

Il direttore del Federal bureau James Comey ha fatto pressioni sulle società tecnologiche perché

aggiungano “porte sul retro” che permettano agli investigatori di leggere i messaggi scambiati in chat e

tramite app. Anche la Gran Bretagna sta muovendosi in direzione di un maggiore sorveglianza, ma  tutta

questo movimentismo della politica per controllare tutto e tutti ha senso? Guardando i risultati si direbbe

proprio di no, dopo Charlie Hebdo i servizi francesi hanno avuto il permesso di fare legalmente quello che

già facevano prima, controllare tutto e tutti, ma come ha avuto già da dire Edward Snowden,: “Quando

raccogli tutto e monitori tutti, non capisci niente”.

Quindi perché? Torniamo un attimo al caso Hacking Team, uno di quegli interessati che secondo il pacioso

ministro Orlando dovrebbe occuparsi della materia a quanto pare, già partner del governo, nonché

fornitore di sistemi di intrusione molti paesi del mondo tra cui il Sudan da cui ha ricevuto una fattura di €

960.000 benchè fosse sottoposto ad embargo. Le attività dovettero cessare su pressione della UE ed il

governo italiano, a malincuore, ebbe ad intervenire, salvo poi, putacaso, cercare di far rientrare

furbescamente dalla finestra quello che era uscito dalla finestra. D’altronde nella montagna di email diffuse

in rete scambiate in Hacking Team, erano evidenti le pressioni della società sul governo, quali fossero i

rapporti esatti tra HT  e governo sono ancora da chiarire nella massa dei dati diffusi, ma è evidente che

qualche interesse c’è, da qui a fare 2+2 il passo è breve.

MAURIZIO DONINI