LA CGIL CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
“La libertà non si ferma. Ogni giorno NO alla violenza sulle donne”.
E’ lo slogan dello striscione di 4 metri che campeggia sulla facciata della sede della CGIL
regionale e della Camera del Lavoro di Ancona e che resterà appeso fino alla fine del mese.
Così, anche le Camere del Lavoro in tutte le altre province.
“Abbiamo scelto un modo visibile e concreto per ribadire l’impegno della CGIL contro la violenza
sulle donne in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza
contro le donne”, dichiarano Daniela Barbaresi, segretaria regionale della CGIL e Vilma
Bontempo, segretaria generale della CGIL di Ancona.
Così la CGIL vuole sottolineare che la violenza sulle donne è una vergogna che deve essere
fermata e, qualunque sia il contesto in cui si manifesta, che sia la casa o il luogo di lavoro, deve
essere contrastata ogni giorno con azioni concrete perché nega alle donne il diritto alla libertà e
alla dignità.
I numeri della violenza sulle donne sono noti: è un elenco infinito di drammi consumati per lo più
in famiglia ma che si ripetono anche nei luoghi di lavoro e per strada e sempre per mano degli
uomini.
Gli ultimi dati dell’ISTAT si commentano da soli con 7 milioni di donne in Italia che nel corso
della propria vita hanno subito una violenza fisica o sessuale, perpetrata soprattutto da partner
o ex partner. Gli stupri e i femminicidi non diminuiscono mentre aumenta la gravità delle
violenze, cosi come è aumentato il numero dei figli che ha assistito a episodi di violenza sulla
propria madre.
Una donna su tre, nel corso della propria vita, ha subito una violenza fisica o sessuale, e
purtroppo, la percentuale nelle Marche è al di sopra della media nazionale.
Ma c’è dato positivo che deve essere evidenziato: la diminuzione, seppur lieve, delle violenze
sulle donne che si accompagna ad una loro maggiore consapevolezza e capacità di uscire da
relazioni violente. Tutto ciò grazie a un clima sociale che sta cambiando, frutto anche della
mobilitazione di tante donne e associazioni, di una maggiore informazione e soprattutto del
faticoso lavoro dei centri antiviolenza e altri servizi specializzati.
Ma i numeri sono ancora preoccupanti e c’è violenza anche nel mondo del lavoro e la crisi,
aggravata da politiche recessive, ha reso il lavoro sempre più incerto e precario e così i giovani,
cosi come le donne risultano sempre più soli e fragili.
In Italia, le leggi sulla violenza contro le donne ci sono e sono in linea con gli standard europei,
ma poichè lo stesso non si può dire per le tutele effettive, nelle scorse settimane, l’ONU ha
lanciato un monito al nostro Paese affinchè provveda ad assicurare alle donne una tutela
effettiva.
E allora occorre fare di più per contrastare e prevenire la violenza contro le donne.
Ci sono tre cose da fare subito. La prima è di sostenere e potenziare i Centri antiviolenza con
le risorse necessarie; la seconda è di promuovere la cultura del rispetto e da questo punto di
vista la scuola deve e può avere un ruolo da protagonista; la terza, infine, è di contrastare gli
stereotipi di genere e l’immagine sbagliata e degradante della donna, troppo spesso trasmessa
anche dai media, che cela messaggi sessisti e modelli che mortificano il valore, la tenacia, il
talento di tante donne.
Donne che ogni giorno si battono per la loro libertà. Perché la libertà che non si ferma.
Ancona, 23 novembre 2015