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Massimo Rossi incontra l’Ordine degli Architetti

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DISEGNARE FERMO, CON I CITTADINI

UN CENTRO STORICO “TIPICO”
“Rivitalizzare il centro storico è una sfida entusiasmante, ma molto complessa. Occorre la condivisione di un progetto, nel quale l’accessibilità a quest’area sia un elemento da favorire.
Ritengo che nel centro storico bisogna tornare ad abitare, a produrre, ad ospitare: parlo di case da valorizzare, botteghe da riaprire, una rete di b&b ed altro ancora.
C’è un’ipotesi forte che Fermo potrebbe sposare: quella di puntare fortemente su tutto ciò che è tipico, artigianale, naturale, bio. E questo può fare di Fermo una città unica.
Ecco perché è necessario ridare all’ex mercato coperto una vocazione “alimentare”, con la Casina delle Rose che non può che essere dentro questo grande progetto.
Nella mia esperienza ho imparato che fare interventi di edilizia sociale rivitalizza un centro storico e diventa un elemento di aggancio a una serie di finanziamenti specifici”.

CONSULENZE E QUALITA’ ARCHITETTONICA
“Non sono un integralista, ci sono interventi di opere che possono sicuramente essere affidati all’esterno; in questi casi, però, non possiamo mai guardare al ribasso ma solo e soltanto alla qualità. Occorre scegliere il meglio, anche in base a concorsi di progettazione. Spesso i sindaci si concentrano su grandi opere che non arrivano neanche ad una piena funzionalità.
Guardando Fermo, penso ci siano tante cose che andrebbero fatte e, soprattutto, che è importante pensare alle figure più fragili che questa città non la vivono. Inoltre, ci sono tratti della nostra città che sono impercettibili e bisogna pensare ad un nuovo disegno, per evitare che si continuino a produrre situazioni ed interventi inutili”.

RECUPERO DEL DEPOSITO STEAT
“Dove c’è forte volontà della comunità locale le strade si trovano sempre. In passato ci sono state opportunità perse per rilevare quell’area, dove, a mio avviso, è possibile immaginare funzioni che possono dare risposte alle esigenze di molti, in particolare ai giovani. Perché qui mancano spazi di aggregazione per rendere attive e protagoniste proprio le nuove generazioni. Ci sono le condizioni per l’area e le risorse possono essere trovate nell’ambito della programmazione europea, dentro una progettualità integrata. Possiamo e dobbiamo andare verso una nuova economia fatta di servizi”.

IL FATTORE ENERGIA
“L’aspetto energetico non è più trascurabile e confermo quanto scritto nel programma: la comunità deve fare delle scelte che non devono essere calate dall’alto, ma condivise. Dobbiamo sposare pratiche virtuose che, altrove, hanno prodotto benefici rilevanti.
E tutto va esteso a contenitori periferici di altra natura. Ecco perché vanno studiate le forme per evitare le assurdità degli anni passati, dove decine di capannoni sono rimasti senza impianti fotovoltaici e, al contempo, sono state invase le nostre colline con impianti impattanti. Queste sono ferite che paghiamo tutti, soprattutto in termini di percezione della nostra qualità”.

IL PIANO REGOLATORE GENERALE
“La crisi, fortunatamente, ha arginato un tipo di crescita speculativa, che spesso non può essere controllata perché si muove a macchia di leopardo. E non dimentichiamo che urbanizzare significa dover portare servizi. Questi piani sono stati costruiti con una logica clientelare, arrivando a prevedere abitanti per oltre 80.000 unità!
Oggi, invece, come non capire che rivedere il PRG di Fermo è una grande opportunità? Ho imparato che la partecipazione non la possono fare i maggiori partiti, oppure le coalizioni che fanno incetta di grandi portatori di voti: si può fare solo ripartendo dai quartieri, dai cittadini, dalle istanze collettive.
E le potenzialità residue di un quartiere vanno riviste in un ottica di interesse pubblico. Disegnare la propria città è qualcosa che i cittadini possono fare e, chi amministra, deve essere privo di interessi e di cambiali da pagare. A Fermo c’è una dinamica del potere e non del progetto. Questo PRG va azzerato nelle sue previsioni e, soprattutto, non devono prevalere piccoli o grandi interessi. A noi interessa un solo interesse: quello pubblico”.


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