PENSIONI, BLOCCO PEREQUAZIONE: SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE

000cortecostit“ Avevamo ragione! ”

Questo il commento  di Carla Cantone, segretaria nazionale dello SPI CGIL in

merito alla sentenza della Corte che bolla come incostituzionale il blocco della

rivalutazione per le pensioni superiori a tre volte il minimo per gli anni 2012 e 2013

imposto dal Governo Monti. Nelle Marche, sono 142mila i pensionati che hanno già

dato allo Stato 225.575.442 euro per il blocco della perequazione.

Lo SPI CGIL, unitamente a FNP  CISL e UILP UIL, non ha mai smesso di

battersi per la modifica della riforma Fornero e per cancellare le parti più odiose

ed inique dei provvedimenti del Governo Monti, come  il blocco totale e definitivo

della rivalutazione monetaria delle pensioni  di due anni consecutivi: da ultimo, il

CD nazionale dello SPI dello scorso 21 aprile, ribadiva in un proprio Ordine del

giorno, la necessità che il Governo Renzi intervenisse, magari dopo un confronto con

le OO.SS. dei pensionati,  sempre snobbate ed ignorate, anche dal ministro

competente Poletti.

La sentenza della Corte oltre a condividere le buone ragioni delle OO.SS.,

assesta un colpo mortale all’arroganza   e alla supponenza  di chi ritiene di fare

riforme senza confrontarsi con chi rappresenta  gli interessi materiali delle persone:

altro che Governo di super tecnici!

E la stampa, piuttosto che stracciarsi le vesti sui costi  per corrispondere al

dettato della Sentenza e ai diritti dei pensionati, oltre che a sottolineare l’insipienza

dei nostri governanti passati e presenti, farebbe bene a suggerire la necessità di

reperire le risorse, magari attraverso una seria lotta all’evasione fiscale.

Sarebbe auspicabile ed urgente che finalmente il Governo si decidesse ad

incontrare  le OO.SS. dei pensionati, che hanno già provveduto a richiederlo

unitariamente, per affrontare insieme la questione, definendo costi e tempi

dell’operazione di recupero.

Le strutture dello SPI CGIL sono a disposizione di tutte le pensionate ed i

pensionati per ogni chiarimento e, non appena saranno definiti i termini di

applicazione della sentenza, per le eventuali procedure che si rendessero

necessarie.