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La minoranza dem sconfitta sull’Italicum

0000italicumE adesso per l’Italicum strada tutta in discesa.  Il Pd si è appena diviso di nuovo, con le minoranze uscite dalla sala al momento del voto? Tutto vero, tutto accaduto. Ma se si tolgono i calcinacci e si spazza la polvere, si scopre che da entrambi i fronti, maggioranza e minoranze, che si dividono nuovamente, si dà ormai per scontato che per la nuova legge elettorale è fatta, la rottura al gruppo non significa defezione al momento del sì alla legge, il disco verde insomma è assicurato. Lo dicono i maggiorenti della corrente renziana, il presidente Orfini, il reggente Guerini, la rottura potrebbe non essere insanabile e alla fine la minoranza, assai divisa, potrebbe far valere la lealtà. Infatti la sconfitta cocente sulla legge elettorale, peraltro non completamente condivisibile, con un Senato Camera delle Regioni di nominati non certo di eccellenti qualità, non ha aggregato un numero utile di parlamentari. La minoranza avrebbe potuto strategicamente impostare una battaglia di cambiamento sul Jobs Act, sarebbe stata capita di più e maggiormente condivisa.

La novità vera è che a escludere imboscate è proprio il grosso delle minoranze dem. A partire dal capogruppo dimissionario Roberto Speranza, che nello stesso momento in cui lasciava la guida del gruppo, prometteva comunque «lealtà» alle scelte del medesimo. E il gruppo si è espresso: i 190 espliciti che hanno dato disco verde sono già maggioranza, a quella cifra vanno aggiunti le decine di assenti della maggioranza al momento del voto, e vanno aggiunti gran parte dei deputati di Area riformista che hanno già detto che una cosa è esprimere il dissenso nel gruppo, altra cosa in aula.