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Altro che leggi ad personam!

PROVINCE: CAL MARCHE APPROVA RIORDINO A 4 E SI SPACCAAltro che leggi ad personam! La Presidenza del Consiglio (Renzi) ha messo sotto osservazione la nuova legge elettorale approvata dalla Regione Marche e medita ricorso contro la stessa. Essa infatti non è di fatto una legge ad personam, ma contiene nelle norme transitorie e finali una disposizione oggi molto controversa e sotto accusa. Andiamo con ordine. La nuova legge approvata con il voto favorevole di 27 consiglieri regionali lo scorso febbraio è entrata in vigore il 20 marzo. Essa prevede una riduzione del numero dei consiglieri da 42 a 30 e nuovi criteri di elezione in base alle percentuali raggiunte da ciascuna coalizione.  La novità sostanziale è l’assegnazione dei seggi alla coalizione vincente in base a soglie percentuali. Quattro gli scaglioni presenti nella nuova formulazione: 18 seggi se la coalizione vincente ha riportato una cifra elettorale pari o superiore al 40% della somma dei risultati conseguiti dalle coalizioni; 17 se si è arrivati al 37% e non oltre il 40%; 16 se ci si è attestati su un risultato pari o superiore al 34% ed inferiore al 37%. Sotto il 34%, contrariamente a quanto previsto nella prima versione che fissava l’assegnazione di 15 seggi, sarà applicato un criterio proporzionale, così come suggerito da un emendamento a firma del consigliere Paolo Eusebi  (intergruppo  Marche2020). Le elezioni si svolgeranno in una sola giornata, non è previsto il ballottaggio, e viene fissato il limite di due mandati consecutivi per il Presidente della Giunta regionale. Confermata, come nel 2004, la non ammissione di coalizioni con meno del 5%, a meno che siano composte da almeno un gruppo di liste che ha ottenuto più del 3% del totale dei voti espressi a favore delle liste. La nuova legge pur prevedendo il limite massimo di due mandati consecutivi per il Presidente, all’art. 3bis, nelle norme transitorie e finali, come dicevano poc’anzi si annida l’art. 11, che recita, “tale norma entrerà in vigore nella legislatura successiva a quella di entrata in vigore di tale legge”. Si direbbe, anzi si dice fatta la legge trovato l’inganno. Ed ecco svelato il movimentismo di Spacca e della suprema corte di riciclati e sempreverdi intorno al tavolo di Marche 2020. Ora l’attenzione del Premier per una legge “buffa”, per non dire di peggio, a garanzia dei privilegi non della casta, ma del capo della casta, grida vendetta e sa di inganno per gli elettori e per la legittimità delle norme. E dire che la legge era stata salutata con troppo anticipo come un esempio da seguire per il tempismo e il tasso di innovazione in essa contenuti. Bella innovazione davvero, per i soliti noti, che intanto hanno riscosso quanto di loro spettanza  e si apprestano ad abbanchettarsi per un altro quinquennio. Auguri!

ARES