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Renzi un bilancio dopo l’approvazione del DEF

0riforme renziServe grande concentrazione per star dietro allo scoppiettante premier. Ogni giorno che passa c’è un nuovo rilancio sulle riforme urgenti, sui tagli imminenti, sulle semplificazioni tanto attese. Ad oggi qual è l’effettivo bilancio del governo al netto dell’ultimo provvedimento di restituzione degli 80 euro in busta paga a coloro che non superano i 25.000 di reddito annuo? La prima grande promessa del premier riguardava il taglio dei costi della politica, un vero autentico segnale di cambiamento, invano atteso da anni ed un autentico colpo di teatro se fosse davvero riuscito, in particolare per l’importo indicato di un miliardo, durante le primarie e passato a due miliardi una volta insediatosi a Palazzo Chigi. Bene da allora cosa è successo davvero? Il taglio delle Provincie ha mandato a casa tremila consiglieri con un risparmio di circa 160 milioni, Qualcuno in maniera più netta (la Corte dei Conti), stima in soli 36 milioni il risparmio effettivo. Occorre però aggiungere per dovere di chiarezza come il progetto del sottosegretario Del Rio preveda 25 nuovi consiglieri comunali, e cinquemila nuovi assessori regionali in più rispetto a quelli attuali, giustificati si dice per una migliore funzionalità degli organismi amministrativi. Sarà, ma per noi non è altro che una logica di compensazione per recuperare il personale politico fatto fuori nelle provincie, per chi se non per loro è l’allargamento delle maglie dei consigli nei comuni e nelle regioni? Continuando c’è da tener conto delle nuove collocazioni del personale delle provincie, riassunti e meglio pagati dalle Regioni. Tirando le somme alla fine della fiera il risparmio è pari allo zero. Di seguito è stata avviata la riforma del Senato, una volta approvata, cancellando stipendi e vitalizi dei senatori porterebbe ad un risparmio di circa 100 milioni, ma le liquidazioni ammonterebbero ad altrettanti 100 milioni, quindi altro zero. Se facciamo poi riferimento al finanziamento pubblico ai partiti, illegale secondo la Consulta, il tutto e procrastinato al 2017, data nella quale nessuno ricorderà la promessa di cancellazione ed intanto i partiti avranno aggiustato il tiro e i bilanci. Renzi ha un’unica strada per non fare la fine del parolaio ed essere smascherato come un politico tradizionale, provare a dare effettivamente un segnale forte, con una proposta immediata, dimezzamento di tutti gli stipendi della politica, nessuno escluso, parlamentari, consiglieri regionali e comunali, così come ha fissato un tetto massimo per gli stipendi dei manager pubblici. I politici italiani sono i meglio pagati al mondo, doveva servire a metterli al riparo dalle corruttele, ma non è servito a nulla, tanto vale pagarli per quello che valgono! Non forse questo non si può fare molti dovrebbero dichiarare zero nel proprio 740. Quanto poi alla riforma elettorale meglio non commentare se sia meglio o peggio della vecchia legge.

ARES