Andando per case di terra. Luoghi, persone e storie del Fermano
Luoghi, persone e storie del Fermano. È il passato che rivive in un’esposizione che sarà
ospitata dal 13 aprile all’11 maggio negli spazi di Villa Vitali a Fermo. “Andando per
case di terra”, questo il titolo della mostra che sarà inaugurata domenica, è curata da Carlo
Verducci e Giocondo Rongoni, per la parte relativa ai testi e da Francesca Folicaldi. Le
fotografie di Romano Folicaldi saranno testimonianza concreta delle oltre cinquanta case
di terra che ancora resistono nel Fermano. Un progetto importante realizzato in sinergia
tra istituzioni, associazioni e mondo della scuola. A ricostruire la nascita della mostra è
stato il professor Carlo Verducci nel corso della conferenza stampa di presentazione: “Il
lavoro della professoressa Puggioni dell’Istituto tecnico per geometri con i suoi alunni
sulla catalogazione delle case di terra – spiega Verducci – ha ottenuto da subito il sostegno
del Fai, Fondo per l’Ambiente italiano. In seguito l’iniziativa è stata fatta propria dalla
Fondazione Carifermo che ha fortemente creduto nel progetto. Infine è arrivato anche il
sostegno della Regione Marche. L’obiettivo iniziale del nostro lavoro era quello di fare
una catalogazione delle case di terra partendo da quanto rilevato a livello regionale dalla
Sovrintendenza nel 2003-2004. Molti atterrati non risultavano catalogati in quanto difficili
da scovare nella fitta vegetazione”.
Il fenomeno delle case di terra è proprio dell’area medio – collinare del Fermano. Secondo
il catasto napoleonico del 1812, il 40 per cento delle case di terra era a Montegranaro,
quasi il 40% a Sant’Elpidio a Mare e oltre il 20% a Fermo. Sono 54 le case di terra censite
che ricostruiscono una civiltà antica ma sempre attuale. Cinque delle case sono tutt’ora
abitate e ad Alteta di Monte Giorgio una è stata acquistata da una famiglia inglese.
La professoressa Puggioni, accompagnata dallo studente Andrea Cameli dei Geometri, ha
illustrato i dettagli del progetto: “E’ un lavoro iniziato nel 2007 grazie allo stimolo
ricevuto dalla Provincia di Ascoli Piceno. Nel 2010 con la Provincia di Fermo siamo
arrivati a ragionare su queste costruzioni con l’obiettivo ultimo di formare tecnici
consapevoli di quello che ci circonda e difensori della nostra terra”. Patrizia Cirilli Marini,
capo delegazione di Fermo del Fai che patrocina l’iniziativa ha sottolineato: “Abbiamo
accolto con piacere il progetto che rientra in pieno nelle direttive del Fai. Le case di terra
rappresentano un passato di povertà e costituiscono un presidio antropico importante per
tutto il territorio”. Rosalba Ortenzi, vice Presidente Consiglio Regione Marche, ha
raccontato: “Entrando nelle case di terra sono sempre rimasta incantata dalla tipologia
costruttiva: è un tuffo nella storia dei nostri avi, nel lavoro dei braccianti agricoli. La
Regione ha voluto dare il suo sostegno in quanto, pur essendo un fenomeno circoscritto al
Fermano, ha valenza regionale”. Matteo Silenzi, assessore all’Ambiente del Comune ha
fatto notare come la tipologia costruttiva delle case di terra si sposi perfettamente con la
bio architettura e costituisca esempio per un domani più sostenibile. Il progetto
complessivo oltre che sul supporto delle istituzioni, ha contato nel lavoro concreto
dell’architetto Sauro Censi, funzionario del servizio urbanistica della Provincia di Fermo e
del geologo Ivan Ciarma che hanno operato in sinergia con Andrea Carosi, presidente di
ISLA, International Smart Lab. L’ingegner Amedeo Grilli, presidente della Carifermo, ha
seguito da vicino il progetto negli anni in cui era alla guida della Fondazione. “La casa di
terra è un bene culturale da tutelare – ha detto – Non è qualcosa di residuale. Non merita
l’oblio, l’incuria e l’attacco da eventi atmosferici. Non deve essere dimenticata. Bene
hanno fatto le istituzioni, la scuola e le associazioni nel credere fortemente in questo
progetto: soltanto facendo squadra si raggiunge l’obiettivo della valorizzazione”.
L’avvocato Alberto Palma, attuale presidente della Fondazione Carifermo, ha aggiunto:
“E’ un gruppo di lavoro ben assortito per questo che è un progetto significativo ed
originale. Come Fondazione siamo profondamente soddisfatti per esserci”. Domenica 13
aprile la mostra-evento prende il via alle ore 17 con l’intervento del professor Ercole Sori,
direttore centro studi storici Sammarinesi. Alle 18 e 30 avrà luogo l’inaugurazione. Sabato
26 aprile alle 17 nuovo appuntamento con la presentazione “Costruire in terra cruda” a
cura di Michela Achilli.
La mostra resterà aperta dal 14 aprile all’11 maggio 2014, dal lunedì al venerdì dalle
9 alle 12,30 e nei pomeriggi di lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 e 30 alle 18 e 30. Il
sabato apertura dalle 15 e 30 alle 18 e la domenica e i festivi dalle 15 e 30 alle 19 e 30.