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CNA: Intercettazione fondi europei

0carosiRecentemente grande attenzione è rivolta all’intercettazione dei fondi europei: i soggetti

pubblici e privati a vario titolo impegnati nella tutela del territorio e delle imprese sono al lavoro

per trasformare queste risorse in concrete occasioni di crescita e sviluppo per l’economia e la

società.

Tuttavia, nel suo rapporto quotidiano con gli imprenditori artigiani e commerciali, la CNA

Provinciale di Macerata ha rilevato come molti degli strumenti di finanziamento studiati per

sostenere le imprese oggi in grande difficoltà si rivelino troppo spesso inaccessibili, proibitivi o

talmente complicati nell’accesso che a volte in molti finiscono per rinunciarvi.

Spiega Federica Carosi funzionaria della CNA Provinciale di Macerata: “A questo

proposito il bando della Regione Marche sul passaggio generazionale rappresenta un esempio

emblematico. L’ente individua una problematica effettivamente esistente anche nel nostro

territorio: quando un’azienda deve passare “di padre in figlio”, si verificano problemi legati alle

scelte imprenditoriali e derivanti da gap culturali e generazionali.

Encomiabile l’azione della Regione di incentivare il superamento di tali difficoltà di questo tipo, ma

per accedere al finanziamento a fondo perduto è obbligatorio per l’impresa assumere un manager,

quindi lavoratore altamente qualificato e pertanto retribuito, per almeno dodici mesi. E’ chiaro

quindi che una misura del genere impedisce alla maggior parte delle nostre piccole aziende di

poter anche solo pensare di usufruire di queste agevolazioni”.

In altri casi l’accesso ai finanziamenti sembra più agevole, ma la burocrazia rende il loro

ottenimento un vero percorso ad ostacoli.

“Per la creazione di impresa – prosegue Carosi – è previsto il rimborso di quanto speso in

investimenti per l’attività. Tutto bene, se non fosse che l’ente erogatore, cioè la Provincia, richiede

garanzie equivalenti esattamente all’importo da concedere. Tale clausola rende obbligatorio

mettere a garanzia una proprietà, oppure la firma di chi è proprietario di un bene immobile

o stipulare una fideiussione, difficilissimo da fare e quasi impossibile in caso di imprenditori

stranieri. Stando così le cose, l’ultima possibilità che l’impresa ha per ricevere questo contributo è

“vincolarne” un pari importo in banca per addirittura tre anni”.

Conclude Silvano Gattari, segretario provinciale della CNA: “Consapevoli della necessità per

le imprese di compiere un salto culturale in avanti, in termini organizzativi, gestionali, di rapporti

col personale, di internazionalizzazione, commercializzazione dei prodotti e quant’altro, a nostro

avviso si deve necessariamente tener conto della realtà effettiva delle Marche: una realtà fatta

quasi esclusivamente di piccolissime imprese artigiane e commerciali”.