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Crisi e aziende, le donne imprenditrici sanno affrontarla meglio

0donne imprenditriciPESARO – La crisi economica? Le donne imprenditrici hanno dimostrato di saperla affrontarla meglio dei loro colleghi uomini. E’ quanto risulta da un’indagine commissionata da CNA Impresa Donna di Pesaro e Urbino all’Università degli Studi di Urbino e realizzata dal Dipartimento di Economia, Società e Politica (Desp), effettuata su un campione di 150 microimprese a conduzione maschile ed altrettante guidate da donne della provincia di Pesaro e Urbino. In base alla ricerca è infatti risultato che gli imprenditori maschi hanno sofferto gli effetti della crisi economica molto più delle colleghe imprenditrici,  sia in termini pratici, che psicologici che di capacità di reazione di fronte alle difficoltà. Ed in generale le donne titolari di attività hanno dimostrato di saper reagire meglio ed in maniera più energica, veloce e decisa alle difficoltà imposte dalla recessione. Si tratta di un significativo spaccato effettuato su 300 imprese nelle quali il/la, titolare assume su di sé tutte le responsabilità dell’attività (dalla titolarità, alla conduzione, fino alla produzione e commercializzazione di prodotti e/o servizi). Dall’indagine coordinata da Alessandra Benvenuti, responsabile provinciale CNA Impresa Donna e condotta dalla professoressa Francesca Cesaroni dell’Università di Urbino, è emerso che sono più numerose le imprenditrici (35,5% contro il 24% degli imprenditori), che dichiarano di aver subìto un impatto poco rilevante a causa della crisi.  Al contrario sono più numerosi gli imprenditori (21,3% contro il 9,1% delle imprenditrici), che dichiarano di avere avuto un impatto molto rilevante a causa della crisi. Gli effetti della crisi sono stati avvertiti dalle imprese soprattutto in termini di riduzione del fatturato (denunciata dal 67% delle imprese) e dalla riduzione del numero di clienti segnalata dal 51% delle imprese.

Uno dei fronti sui quali si sono registrate più differenze tra uomini e donne è quello dei crediti. Anche in questo settore le donne hanno dimostrato di cavarsela meglio ed in maniera più risoluta ed efficace rispetto ai colleghi maschi. La risposta è nei numeri. I tempi di riscossione sono infatti aumentati per il 63% degli imprenditori e solo il 9% delle donne. I crediti insoluti sono aumentati per il 34% degli imprenditori mentre addirittura nessuna delle donne interpellate ha dichiarato di aver avuto questo tipo di effetto. La liquidità in azienda infine è molto peggiorata per il 24% degli imprenditori e solo per il 6% delle imprenditrici.

Insomma, anche da questi risulta che sono gli uomini ad aver sofferto molto più delle colleghe imprenditrici gli effetti della recessione. Ed anche sul fronte delle misure adottare per contrastare la crisi dalla ricerca emergono significative differenze tra le scelte effettuate da uomini e donne. Tra gli uomini, infatti, è stata più elevata la percentuale di coloro che hanno attuato iniziative di tipo “offensivo” o ”espansivo, prevalentemente sotto forma di abbassamento dei prezzi (54% contro il 17% delle donne). Da parte delle donne, invece, è risultata più marcata la tendenza ad adottare misure difensive, finalizzate alla riduzione dei costi e degli sprechi, alla contrazione dei volumi di attività, all’annullamento degli investimenti o al rinvio di quelli già programmati. Il 77% delle donne ha dichiarato infatti di aver attuato misure in questa direzione contro il 46% degli uomini, dimostrando così di essere più prudenti e più avvedute, e di saper meglio difendersi dagli effetti negativi della crisi.

Nonostante tutto questo, il sistema bancario sembra favorire ancora gli imprenditori. A fronte di richieste di finanziamento per la propria attività sono di più gli uomini ad aver ottenuto l’intero importo (85% contro il 73% delle donne). Ed a preferire i Confidi (ovvero cooperative e consorzi artigiani di garanzia), sono state invece le donne (67% contro il 42% degli uomini).

Sul fronte della conciliazione dei tempi, sono di più le donne, rispetto agli uomini, che affermano che i problemi di conciliazione sono migliorati durante la crisi (14,5% contro il 6,5%). Per coloro che hanno sostenuto che la capacità di conciliazione è migliorata i motivi sono stati: per le donne il fatto che i figli sono cresciuti (81,3% contro lo 0% degli uomini); per gli uomini il fatto che la crisi ha ridotto il lavoro ed ha lasciato quindi maggior tempo libero (addirittura l’86% contro il 6% delle donne).

I risultati di questa indagine costituiranno per la CNA ed in particolare per CNA Impresa Donna la base scientifica sulla quale orientare corsi di formazione, progetti e proposte per le amministrazioni locali. Inoltre i risultati della ricerca costituiranno la base per una pubblicazione.