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ELEZIONI 2013: RIMPIANTI, RIMORSI E SOSPIRI DI SOLLIEVO DEI POLITICI LOCALI.

Remigio Ceroni (Pdl), Francesco Verducci (Pd) e, in extremis Paolo Petrini (anche lui Pd). Saranno loro tre (i primi due in Senato, il terzo alla Camera dei Deputati) a rappresentare il Fermano in Parlamento. E con un campanilismo forzato, alla lista dei fermani diretti o stazionari a Roma potrebbe aggiungersi anche il pidiellino Simone Baldelli, sangiorgese d’origine (e a dire la verità anche cittadino onorario) ma romano nell’accento, nella nascita e nella residenza. Ma di loro, di tutti gli aspiranti On. e Sen. Rimasti al palo o con il cerino in mano chi ne parla? Sì perché di politicanti che ci avevano fatto la bocca per una poltrona capitolina non erano pochi. Il primo nome che viene in mente è quello dell’ex sindaco elpidiense Mario Andrenacci che, dopo una frattura sanguinosa con il suo partito, il Pd che ha scelto Petrini come suo candidato prediletto, ha sbattuto la porta dei democrat per approdare alle liste di Monti. Ma la prestazione incolore del prof nelle Marche, ha sterilizzato le ambizioni politiche di Mario costretto dunque a rimanere relegato nel suo natio borgo selvaggio. Nella speranza che le invettive contro il Pd e il suo ex fratellone Paolo Petrini non gli costino anche l’esclusione da scenari futuri. E uno. Più in sordina è passata invece la candidatura di Antonella Malaspina (alias Maura), o viceversa chissà. Beh la primadonna democratico-cristiana di Ortezzano, dopo aver guidato con la fascia tricolore il suo Comune, con un pugno di voti è riuscita a strappare anche uno scranno in regione. E mai come in questo caso detrattori e supporters hanno rispolverato il detto: “non c’è due senza tre”. Ma il tre, altrettanto in sordina, non è arrivato. Se per Petrini, infatti, l’elezione soprattutto in casa Pd la davano per scontata ed ha iniziato a vacillare solo sotto i colpi dell’esito shock delle elezioni, per Malaspina il sogno romano è dall’inizio della campagna elettorale quasi una chimera. E tale è rimasto. Masticherà, invece, amaro il giovane sangiorgese del Movimento 5 Stelle Marco Costi. Lui il cavallo vincente lo aveva azzeccato ma la posizione in lista non l’ha premiato. Scompaiono dallo scenario politico invece l’ormai ex On. Carlo Ciccioli che nel 2012 aveva praticamente preso casa a Porto San Giorgio per coordinare le operazioni di defenestrazione dell’ex sindaco Agostini, e che da qualche mese era approdato alla corte dei Fratelli d’Italia, adieux anche all’azzurro Salvatore Piscitelli e al crociato ascolano Amedeo Ciccanti. Rinnovamento? Può darsi. Ma se da una parte si stila l’inesorabile lista dei dispersi, dall’altra è difficile non credere che eletti e rieletti siano oggi tali più per strategie partitiche frutto di arguti calcoli che non per acclamazione e apprezzamento popolare.